Dighe, centrali, ponti: perché ora la Russia distrugge le infrastrutture ucraine
Più di mille città e paesi in Ucraina sono senza corrente elettrica e acqua. È la conseguenza della nuova strategia militare della Russia: in difficoltà dal punto di vista della guerra convenzionale, il Cremlino ha autorizzato un’ondata di attacchi terroristici con sciami di missili e droni kamikaze per danneggiare le infrastrutture energetiche del paese.
Oltre mille città senza luce e acqua in Ucraina
Secondo quanto dichiarato dal presidente Volodymyr Zelensky, una centrale elettrica su tre è stata distrutta dagli attacchi. Dal 7 al 18 ottobre, 4.000 città in 11 regioni dell’Ucraina sono rimaste al buio. «Al momento, 1.162 sono ancora senza corrente».
Ieri i droni kamikaze, che secondo l’intelligence britannica sarebbero stati forniti alla Russia dall’Iran, versione che Teheran smentisce, sono tornati a funestare l’Ucraina: è finita sotto attacco la regione di Mykolaiv, dopo gli attentati a Kiev, Kharkiv, Odessa e Dnipro.
La Russia mira alle infrastrutture civili
La Russia è tornata ad attaccare le infrastrutture civili dell’Ucraina per vendicarsi dei territori persi negli ultimi mesi nell’est e nel sud del paese e per scoraggiare Kiev dal condurre altre operazioni terroristiche come quella che ha parzialmente distrutto il ponte di Kerch in Crimea.
L’utilizzo dei droni kamikaze ha però un secondo scopo: rendere la vita degli ucraini sempre più difficile, al limite del sopportabile, per spingere la popolazione a piegarsi e a contestare apertamente il governo di Zelensky.
Come scrive su The Conversation Benjamin Jensen, docente di studi strategici presso la Marine Corps University, l’attacco alle infrastrutture civili è da 20 anni parte integrante della dottrina militare russa su come condurre la guerra in epoca contemporanea, prediligendo agli scontri in campo aperto azioni militari che non implichino il contatto tra gli eserciti.
L’esercito di Kiev avanza verso Kherson
Su quest’ultimo fronte la Russia continua a essere in forte difficoltà. L’esercito ucraino ha ammassato sessantamila soldati a sud per sfondare nella regione di Kherson. Il comandante russo Sergej Surovikin ha ammesso che la situazione è «molto difficile» e «tesa».
In attesa che Kiev lanci l’offensiva per riprendere tutti i territori sulla riva destra del fiume Dnipro, dove 20 mila soldati russi rischiano di essere accerchiati, Surovikin ha annunciato la graduale evacuazione in Russia della popolazione civile da Kherson. Segno che la guerra andrà avanti e sarà lunga.
Foto Ansa
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