L’ennesima discriminazione per chi crede in qualcosa di diverso dall’unico “gruppo di diversi” che la maggioranza democratica vuole proteggere. Jelena Murdovcic, insegnante, non generica o di scuola pubblica, bensì di catechismo cattolico in una scuola di Zagabria, è stata denunciata. Nell’anno 2009 avrebbe affermato in classe che l’omossessualità, contraria alla natura, è una malattia.
Non solo il ricorso è stato accettato, la donna dovrà difendersi davanti ad un’accusa formulata da una persona che non era nemmeno presente al momento del “presunto reato”. Chi ha denunciato l’insegnante è, infatti, la madre di un bambino che non frequenta l’ora di catechismo e che avrebbe raccontato alla mamma quanto appreso per sentito dire.
Ora l’insegnante nega, come se quelle parole rappresentassero un’oscenità inaccettabile. Si capisce forse perché la donna abbia ceduto, seppur difendendosi sottolineando di aver seguito alla lettera il programma approvato dal ministero: le istituzioni ecclesiali non hanno proferito parola e nessuno ha mosso un dito in sostegno dell’insegnante. Forse questo è elemento ancor più preoccupante tra gli altri che contornano la vicenda.