Un’iniziativa nata per caso all’interno di una discussione internet in cui «ci si è resi conto che l’Italia è l’unico paese al mondo nel quale è proibito l’uso del contante per cifre non così significative a seguito di un intervento del governo Monti che ha limitato l’uso delle banconote fino a 999 euro». Le transazioni commerciali superiori a tale limite devono avvenire attraverso il sistema bancario (bancomat, carte di credito, bonifici, assegni, ecc).
Paolo Rebuffo, blogger e analista finanziario è il portavoce di “Contante Libero”, un’iniziativa che chiede l’abolizione del limite imposto e che, in poco tempo, ha trovato l’interresse di molti utenti fino a raggiungere l’adesione di 90 blogger e oltre 10 mila firme di sostegno. Domani mattina verrà presentata la proposta di abolizione della norma a Milano alle ore 11 presso l’hotel Cavalieri con un’azione di disobbedienza civile: un acquisto in contanti a 1.001 euro.
Rebuffo, quando fu introdotto il limite dei 1.000 euro, il Governo disse che fu fatto per demotivare l’evasione fiscale.
Sfatiamo un mito: più del 90 per cento dell’evasione fiscale passa per sistemi elettronici e l’abbattimento della quota sotto i 1.000 euro non ha cambiato molto nella lotta al sommerso. Semmai, ha posto delle nuove problematiche per i piccoli commercianti.
A che pro è stata introdotta tale norma?
Il vero obiettivo è dare il monopolio della moneta al sistema bancario che, come è noto, per ogni operazione applica una tariffa. La cosa che fa più sorridere è che basta uscire dai confini italiani per trovare Stati felici nell’accettare il contante: sto parlando di paesi europei come la Francia, l’Austria e la Germania dove, per quest’ultima, l’80 per cento delle transazioni avviene in contanti. Un altro elemento è che la limitazione è applicata solo per i cittadini italiani: i cittadini esteri possono comprare in contanti senza limiti. Pensi che a Milano è nata la figura del personale shopper: alcuni marocchini spendono il denaro contante per cittadini italiani e si fanno pure rimborsare l’iva nel loro paese. Queste sono le storture di quando lo Stato vuole fare qualcosa che i cittadini non vogliono.
A che cosa punta la vostra battaglia?.
La nostra è una battaglia di libertà, ma che aiuta anche lo sviluppo economico. Una norma così va a favorire la grande distribuzione rispetto alla piccola. Segnalo anche un altro problema che riguarda coloro che, detenendo del contante, cercheranno di spenderlo in mercati sommersi. Tengo a precisare che “Contante libero” non è contro il denaro elettronico, ma riteniamo che debba essere lasciata ai cittadini la libertà di scelta del mezzo di pagamento. In molti casi il denaro elettronico è conveniente. Poi c’è anche un pensiero rivolto a coloro che hanno un debito insoluto con le banche o un assegno in protesto. Con la crisi situazioni del genere non sono poche e questi soggetti non hanno un conto corrente e figurarsi carte di credito o quant’altro. Devono morire perché hanno un debito con la banca? Dobbiamo diventare schiavi delle banche?
La politica come reagisce?
Nel programma del Pd e di Sel c’è la volontà di abbassare ulteriormente questa soglia a 300 euro. Siamo sotto elezione e uno dei nostri scopi è rendere pubblica la posizione dei partiti su questo tema, togliendo dal campo la scusa sull’evasione fiscale o il discorso sulle mafie. Questa è un’altra balla perché spostare un miliardo di euro con un clic e più facile che con una valigetta: non mi sembra che le mafie con questa riduzione del contante abbiano diminuito i loro affari. Abbiamo raccolto 10 mila firme e arriveremo intorno al 24 di febbraio a triplicare, e forse faremo dimeglio. Manderemo una e-mail a ciascun dei nostri firmatari, specificando la posizione a riguardo del contante per ogni partito.