Chiambretti apre un wine bar a Torino e assolda l’ex campione mondiale dei sommelier, mentre Rudolph Giuliani, dismessi i panni di sindaco, sta pensando di rilevare il ristorante Palio sulla 42° strada a New York. C’è già il precedente di Milano, con l’ex prosindaco Peppino Zola, che da un paio di mesi gira fra i tavoli del suo Mama Café. C’è poi la lunga sfilza dei cibi che favoriscono qualcosa. Per vivere a lungo ci sono riso, tè verde, acqua minerale, verdura cruda e yogurt; per le arti amatorie mais, polenta e ancora riso. Per la salute sembra che tutto possa fare bene come male. È logico: se uno si fossilizza su pochi alimenti è sicuro che prima o poi qualcosa non funzioni. C’è poi il fronte delle sofisticazioni alimentari che spingono la notizia del cibo sotto un’altra lente. Il riso è poco tutelato e se un’industria spaccia per Carnaroli un mix di riso che non corrisponde a quella pregiata varietà, viene sanzionata con l’irrisoria multa di 200mila lire. L’olio extravergine di oliva è un altro prodotto soggetto a tagli (con olio lampante, non più buono) e contraffazioni (col talco).
Che fare? Difendersi con più informazione e senza dimenticare l’origine dei prodotti sopracitati. Regaliamoci qualche week end in campagna, dove scoprire che l’alimentazione ha un punto di origine, una tracciabilità. Beviamo su uno straordinario Rosso dell’Oltrepò. Si chiama Ad Memorial e viene prodotto a Montaldo Pavese dall’azienda Doria. Nasce da un antico incrocio di nebbiolo, ha colore rosso rubino intenso e profumo di viola e piccoli frutti. Costa sui 15 euro.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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