

La Gran Bretagna si sfrega le mani a vedere quanto clamore si è scatenato per il caso editoriale dell’anno, la trilogia di Cinquanta sfumature, scritto dalla quasi casalinga Erika Leonard James. Il primo volume, ora sono in uscita anche i successivi, è stato l’ebook più venduto di sempre, e le vendite totali, finora, sono da far impallidire quelle registrate dalla mamma di Harry Potter, J.K.Rowling, in uscita il prossimo autunno con il suo primo libro per adulti. Difficile che riesca a battere la “mommy porn”, la cinquantenne che si è data ai romanzi erotici. E che grazie ai guadagni stellari della fatica editoriale, sta per vendere la sua abitazione del valore di 300 mila sterline per traslocare in una da 3 milioni. Il tutto grazie alla curiosità dei lettori, e a una campagna marketing furba, che ha saputo piazzare il libro nelle grande distribuzione in punti strategici. Anche da noi Mondadori, che ha pubblicato i romanzi della James, sta battendo le televisioni con uno spot pubblicitario che ritrae donne intente a leggere il libro “di cui tutte parlano”.
Della trilogia hanno comprato i diritti d’autore i produttori del film The Social network, e la speculazione sul possibile cast è già partita. Inoltre, si vocifera di probabili merchandising legati al libro, da linee di lingerie a oggetti di seduzione varie ed eventuali, che siano prodotti di bellezza o frustini, visto che di questo tratta il libro, di una storia di passione sadomaso tra una studentessa verginella e un miliardario. Un hotel di lusso di Seattle, poi, dove è ambientato il libro, permette agli ospiti di rivivere i brividi del libro con l’offerta “Cinquanta sfumature di Seattle”, dove un elicottero vi farà fare lo stesso tour che Christian fa fare a Anastasia, sorseggiando lo champagne preferito del protagonista, il Bollinger Grande Annee Rose 1999, uno champagne da 150 euro. A fomentare l’interesse per il libro ci pensano poi una serie di biblioteche pubbliche americane, della Georgia, della Florida e del Wisconsin, che hanno tolto il volume dai loro scaffali perché troppo hard. Ma se i gestori di questi punti vendita avessero letto il volume, si sarebbero resi conto che l’allarme è nullo. Che i brividi che si provano tra le pagine di Sfumature di grigio sono quelli che si possono provare nei romanzi di Federico Moccia.
La protagonista infatti “arrossisce violentemente” di fronte alle avances e al fascino di Mr grey ben 56 volte. Mr Grey viene denominato come “maniaco del controllo” per 59 volte. Il contratto stipulato dai due amanti, per stabilire cosa è lecito fare in camera da letto e cosa no, viene nominato 71 volte, e per oltre la metà del romanzo è più la discussione tra i due relativa alle clausole di questo patto da firmare che quello che effettivamente fanno. Perché è di questo che parla il libro, di due che cincischiano per la stragrande maggioranza di quelle 600 e passa pagine, invece di fare quello che millantano di dover fare.
Antonio D’Orrico, nella sua rubrica domenicale “La lettura”, risponde a un suo lettore, che confessa di aver acquistato il libro per via della grande pubblicità, e di averlo abbandonato, preda di noia invece che di desiderio. «Il primo bacio arriva a pag. 93 e quindi il signor Panciroli, che si è fermato a pag. 68, se l’è perso. Ma non s’è perso niente: «La mia lingua accarezza esitante la sua e si unisce a lei in una lenta danza erotica». (…) La scena decisiva è la seguente: «”Forse potremmo farlo sul pianoforte” mormora Christian. “Tutto il mio corpo freme a quel pensiero”. “Il pianoforte. Wow”». Sì, caro Panciroli, è il libro più stupido mai pubblicato su questo pianeta. Al posto suo chiederei asilo letterario su Marte dove forse c’è ancora speranza di trovare forme di vita intelligenti». Chi, all’epoca dell’uscita delle confessioni eroticoadolescenziali di Melissa P., gridava al sacrilegio non ha che da rimpiangerlo. Ci sono molte più probabilità di farsi appassionare alle avventure di una catanese in via di sviluppo, che di non addormentarsi mentre un miliardario cerca di sedurre una provinciale continuando a chiedersi, in uno stile da romanzo d’appendice, “oh Anastasia cosa mi hai fatto”.
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