Cina. Centinaia di cristiani difendono «l’ultima croce rimasta»: le altre sono state tutte demolite dal partito comunista
La contea di Pingyang (Wenzhou) in Cina è grande dieci volte Milano e ha una popolazione di 800 mila abitanti. Da quando il partito comunista cinese ha lanciato la campagna delle “Tre rettifiche e una demolizione” sono state abbattute decine e decine di croci e chiese. Oggi in tutto il territorio è rimasta una sola croce e centinaia di cristiani la difendono a turno.
«ULTIMA CROCE RIMASTA». «I fedeli di sette o otto chiese di Pingyang si sono tutti riuniti attorno all’ultima croce rimasta per fare la guardia alla chiesa – continua il cristiano – Più di 100 persone si danno costantemente il cambio». La campagna di demolizioni avviata ad aprile nella provincia di Zhejiang doveva toccare solo la prefettura di Wenzhou. Ora invece la polizia ha messo nel mirino anche le chiese del capoluogo della provincia, Hangzhou. «Ora che tutte le chiese su entrambi i lati dell’autostrada sono state demolite perché continuano ad abbattere croci», si chiede Zan Aizong, cristiano di Hangzhou.
«PERSECUZIONE RELIGIOSA». Il fedele ricorda quando il governo locale aveva promesso che solo le chiese attorno all’autostrada sarebbero state buttate già per «ragioni estetiche». «Tutte queste croci appartengono a chiese ufficiali. Perché il governo, dopo averle registrate, le abbatte?». Il pastore Zhang Mingzuan, di Hangzhou, chiama le cose con il loro nome: «Voglion impedire alla cultura cristiana di diffondersi in Cina. Questa è persecuzione religiosa. Per buttare giù le croci, stanno facendo ricorso alla violenza».
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«Tutte queste croci appartengono a chiese ufficiali. Perché il governo, dopo averle registrate, le abbatte?».
Semplice: perché è il Padrone.