Nei ristoranti con una certa personalità c’è la carta dei vini? E allora è fondamentale che ci sia anche la carta delle grappe. Che deve essere servita alla giusta temperatura, mai uguale fra bottiglia e bottiglia. E che va presentata non in bicchieri anonimi, buoni per tutte le stagioni, ma in preziosi contenitori capaci di tornare gli infiniti profumi, all’incirca 400, che regala la grappa quando si presenta prima di tutto alla prova dell’olfatto. Roberto Castagner sta insistendo parecchio per promuovere la cultura della grappa proprio ragionando su questi temi con ristoratori e partner della distribuzione. «Siamo partiti con corsi di formazione per ristoranti che puntano alla qualità del prodotto e all’eccellenza del servizio. La grappa è un prodotto unico perché riesce come pochi a regalare emozioni. Partendo da questo riconoscimento così vero per noi, ora bisogna trasmetterlo al mondo, farne un tratto distintivo, un elemento forte di cultura del territorio». Ed è così che insieme ad altri 5 eccellenti produttori di distillati Castagner ha messo in piedi l’Accademia della grappa. Una cosa seria, non la solita sigla di facciata. «Mi hanno eletto presidente. Ho accettato a una condizione: che l’Accademia desse vita a una promozione vera della grappa, con atti concreti. Questo sta succedendo».
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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Emanuele Boffi