È ancora fresca nella memoria dei lettori la copertina di Newsweek pubblicata alla fine dello scorso luglio, che mostrava i volti affiancati di Dominique Strauss-Kahn e della cameriera dell’albergo Sofitel, Nafissatou Diallo, la donna che lo accusò di stupro. All’interno una lunga intervista-racconto in cui “Nafi” veniva raffigurata in tutta la sua debolezza di donna che aveva subito un’ingiustizia, descritta con le guance ancora segnate dall’acne giovanile, eppure forte, convinta della sua verità. Oggi la sua versione dei fatti, quella in cui la cameriera racconta la violenza subita, sembra non aver convinto la procura distrettuale di Manhattan, che ha chiesto al giudice l’archiviazione del caso. Pertanto l’ex presidente del Fondo monetario internazionale, dopo la breve detenzione e il successivo ordine di arresto domiciliare nell’isola al centro di New York, potrebbe far presto rientro in Francia.
Circostanze e particolari della vita personale della Diallo, volontariamente omessi, hanno insinuato ulteriori dubbi nella procura distrettuale, che ha finito per non credere all’attendibilità della cameriera, rea anche di aver mentito su alcuni dettagli della ricostruzione di quel pomeriggio di lavoro al Sofitel. Scongiurati dunque i 70 anni di carcere per Strauss Kahn, con gran gioia della difesa. E cosa succederà all’inchiesta correlata a questa, quella che vede la giornalista Tristane Banon, accusare di strupro Strauss Kahn? Il quotidiano francese Le Figarò scrive che il vero problema dell’accusa è l’impossibilità di dimostrare l’avvenuta violenza. Si presume quindi un esito simile a quello definito dalla procura distrettuale di Manhattan, esito per cui anche Newsweek dovrà pensare a una nuova copertina.