Buona scuola. Ecco la circolare del ministero sulle attività extracurricolari

Di Redazione
07 Luglio 2015
Ecco il testo della circolare promesso dal ministro dell'Istruzione Giannini dopo le polemiche sull'introduzione del gender a scuola

circolare-pofOggi alla Camera si vota la Buona scuola, di cui tempi.it vi ha spesso parlato. In particolare, negli ultimi tempi si è molto discusso a proposito dell’articolo 16 che, come ci spiegò Massimo Gandolfini, portavoce del recente Family day, conteneva riferimenti all’educazione e orientamento di genere, allarmando i molti che si erano ritrovati in piazza il 20 giugno a Roma. In seguito alle polemiche, esponenti del governo e della maggioranza avevano assicurato che era intenzione del ministro all’Istruzione Stefania Giannini diramare una circolare che ribadisse che nessun corso extracurricolare sarebbe stato frequentabile dagli studenti senza previo avviso e consenso dei genitori. La circolare è stata sollecitata a più riprese dagli esponenti del Nuovo centrodestra, che in queste ore esprimono la propria soddisfazione per le precisazioni del ministero che con questo atto chiarisce che «la teoria gender non potrà essere introdotta in automatico negli insegnamenti extracurricolari senza il consenso delle famiglie». Pubblichiamo di seguito il testo della circolare, resa nota oggi.

Ai Dirigenti scolastici delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado

Pervengono a questa Direzione quesiti da parte di numerose istituzioni scolastiche in merito al rapporto con le famiglie in occasione della definizione dei Piani dell’offerta formativa (POF) nonché dell’eventuale introduzione, in corso d’anno, di progetti di istruzione, formazione e orientamento che coinvolgano gli alunni.

Si coglie quindi l’occasione per ribadire la corretta prassi che le scuole sono chiamate a seguire fin dall’inizio dell’anno scolastico e per sottolineare il ruolo strategico e la centralità del Piano dell’Offerta Formativa, in cui obbligatoriamente tutte le attività che le istituzioni scolastiche intendano realizzare devono essere specificate.

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]Si rammenta che il POF è il documento fondamentale costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche che viene elaborato dal collegio dei docenti e approvato dal Consiglio di Istituto. Ai fini della predisposizione del Piano il dirigente scolastico deve promuovere i necessari rapporti con tutti gli stakeholder e tenere conto delle proposte e dei pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni dei genitori e, per le scuole secondarie di secondo grado, degli studenti.

È utile anche ribadire il corretto utilizzo degli strumenti normativi già esistenti che puntano ad assicurare la massima informazione alle famiglie su tutte le attività previste dal Piano dell’Offerta Formativa. In particolare, si fa riferimento al “Patto di corresponsabilità educativa” istituito dal D.P.R. 235/2007, per le scuole secondarie di primo e secondo grado, finalizzato ad offrire agli insegnanti, ai ragazzi e alle loro famiglie, un’occasione di confronto responsabile, di accordo partecipato, di condivisione di metodologie e obiettivi fondanti la vita comunitaria in ambiente scolastico.

Le famiglie hanno il diritto, ma anche il dovere, di conoscere prima dell’iscrizione dei propri figli a scuola i contenuti del Piano dell’Offerta Formativa e, per la scuola secondaria, sottoscrivere formalmente il Patto educativo di corresponsabilità per condividere in maniera dettagliata diritti e doveri nel rapporto tra istituzione scolastica autonoma, studenti e famiglie. Si ricorda alle scuole, quindi, di assumere le iniziative utili per assicurare da parte delle famiglie una conoscenza effettiva e dettagliata del POF.

Va inoltre specificato che i progetti relativi a qualsiasi tematica possono essere realizzati, in orario curricolare, sia nell’ambito del curricolo obbligatorio sia nell’ambito della quota parte facoltativa, ma pur sempre previsti dal Piano dell’Offerta Formativa. La partecipazione a tutte le attività extracurricolari, anch’esse inserite nel P.O.F., è per sua natura facoltativa e prevede la richiesta del consenso dei genitori per gli studenti minorenni o degli stessi se maggiorenni che, in caso di non accettazione, possono astenersi dalla frequenza.

Si ricorda, infine, che in questo momento il Parlamento è impegnato nell’esame di un disegno di legge – cd. Buona Scuola – che tuttavia non contiene modifiche, rispetto al quadro normativo in vigore, per quanto riguarda il rapporto tra le famiglie e i POF e in generale le modalità sopra richiamate.

IL DIRETTORE GENERALE

F. to Giovanna BODA

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2 commenti

  1. burocrati inutili (copia-incolla delle stesse vecchie cose senza rispondere a dubbi e domande) e pure ridicoli (a volersi mostrare ingenui) perche’ utilizzano “stakeholder” (termine della finanza internazionale, di cui la propaganda gender e’ espressione operativa antipopolare)

  2. gianluca s.

    Alla fine la montagna ha partorito il topolino. Il Miur si limita a “ribadire” la normativa esistente, su conoscenza del POF da parte delle famiglie, sulla non obbligatorietà dei corsi non curricolari, ecc.
    E’ importante, certo. Ciò non aveva impedito nel 2013 di far passare i noti fascicoli dell’Unar, a cura dell’Associazione Marco Beck ( tra l’altro scritti e stampati con finanziamento ministeriale), tramite
    riunioni estive, presso il Miur stesso, nelle quali non erano state coinvolte le associazioni di genitori che istituzionalmente devono essere consultate. Ed era solo l’inizio!
    Poi, i corsi dove si fa passare l’ideologia del gender – che con buona pace di Grillini esiste e non è un complotto delle stanze vaticane – mica si chiamano così. Sono accattivanti, tutti dedicati alle pari opportunità, lotta alle discriminazioni e al bullismo.. Come a Trieste, con recente il “gioco del rispetto”..
    Non basta che i genitori e le associazioni vigilino; occorre sapere quali associazioni gestiscono i corsi proposti. Guarda caso sono molto spesso della galassia Lgbt – proprio quelle per cui la” famiglia naturale” è da intendersi come una delle varianti, nel caso migliore. In quello peggiore, il termine stesso è uno stereotipo da sradicare – come affermato dalla pasdaran delle unioni civili, la Cirinnà. Lo vengano a dire in piazza S. Giovanni, non nei loro salottini mediatici radical chic. Ah, ma è una piazza medievale ( Cirinnà bocciata in storia) e tutta di “omofobi latenti” ( sempre la Cirinnà); una piazza inaccettabile ( Scalfarotto: al quale auguriamo un buon dimagrimento, visto che sta imitando i metodi lagnosi e stucchevoli dei radicali).
    No al gender, questo “errore della mente umana” ( Papa Francesco ).

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