Ci fissa con gli occhi marroni e profondi, il viso imbrattato di bianco, lo sguardo truce e tribale. E’ uno dei protagonisti degli scatti fotografici che hanno appena invaso il Museo d’Arte e Scienza di Milano, dove la bellezza e il mistero della lontana cultura indiana viene catturata dall’obiettivo di artisti italiani, che la studiano, la scoprono, la svelano nella sua complessità, nella sua religiosità quasi mitica, se non mistica. Sulle rive del fiume Gange, i volti scalfiti da un sole che ambra la pelle sorridono, quando non rifuggono, all’invadente macchina fotografica che li coglie immersi nei loro rituali, nelle loro umane abitudini, l’uno accanto all’altro, l’uno isolato dall’altro.
Sono dieci i giovani artisti che narrano questo mondo vicino e lontano, all’interno della mostra milanese intitolata Riverside Rendevouz che resterà aperta fino al 2 ottobre 2013. L’evento che ha dato vita alla rassegna è il raduno di oltre 80 milioni di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo sulle rive di tre grandi fiumi, il Gange, lo Yamuna e il Sarasvati. Completa l’esplorazione in questo mondo di immagini fotografiche realissime, un video documentario che racconta attraverso tre diversi sguardi un intreccio di tre diverse storie parallele: quella di un viaggiatore occidentale, quella di un Sadhu italiano e quella di un pellegrino indiano.