Da una parte ci sono le amazzoni. Tacco 12, capello al vento, grinta battagliera di chi un paio di secoli fa sarebbe stato definito “più realista del re”. Dall’altra i valvassori, che stanchi dell’umoralità del loro signore cercano la protezione del rivale confinante, o si proclamano città libera tra i regni che sorgono al tramontare del secolare impero. Le frange opposte del Pdl che fu (perché non venite a raccontarci che questo è lo stesso partito che fu sì, non più di due anni fa, un’armata Brancaleone, ma agguerrita e a tratti formidabile) possono essere raccontate in quattro righe ironiche e surreali. Ma se la situazione non è seria, sulla sua gravità c’è poco da discutere.
Per tacer di Gianfranco Fini e dei suoi, nel corso dell’estate gli azzurri si sono persi per strada pasdaran del calibro di Giorgio Stracquadanio, e vecchi pezzi da 90 al pari di Beppe Pisanu. Ieri è arrivato l’ennesimo travaso. Isabella Bertolini, Roberto Tortoli, Franco Stradella, Giuseppe Cossiga e Andrea Orsini hanno seguito Gaetano Pecorella, che ha deciso di abbandonare una nave che sembra ormai alla deriva. Tanto più che a mollare è l’ex avvocato personale di Silvio Berlusconi, che è stato al fianco del Cavaliere lungo il corso di innumerevoli peripezie giudiziarie, prima di essere soppiantato dall’ambizioso Niccolò Ghedini. Potrebbe raggiungere Pecorella e la sua (per ora) piccola pattuglia di scissionisti proprio Stracquadanio, insieme a Fabio Gava e Giustina Destro. I delusi criticano la linea del Pdl “da sinistra”, rinfacciandone la traiettoria ondivaga nei confronti del governo di Mario Monti. Proprio l’opposto di quanto professato dalle amazzoni (Daniela Santanché e Michaela Biancofiore su tutte), che predicano uno strappo nei confronti delle politiche di austerità messe in campo dall’esecutivo.
In mezzo ai due opposti, il patto di sindacato che si è stretto intorno ad Angelino Alfano. Gaetano Quagliariello, Fabrizio Cicchitto, Maurizio Gasparri e Ignazio La Russa sperano di sopravvivere al disfacimento dell’impero, e di rinchiudersi in una dorata ridotta che erga a proprio baluardo nei confronti del nemico il fossato delle primarie. Concepite con un regolamento assai arzigogolato, e alle quali si stanno presentando candidati del calibro di Alfonso Luigi Marra. Come se non bastasse, è arrivata anche la candidatura di Andrea Di Pietro, oscuro consigliere comunale di Vigevano, balzato ieri agli onori della cronaca per aver detto che “Vendola è viscido come la vaselina che usa”.
Siamo davvero alle comiche finali?