«Papa Francesco ha di fatto abolito il peccato». Questa volta Scalfari l’abbiamo proprio perso

Nel suo consueto sermone domenicale, Eugenio Scalfari è tornato a parlare di papa Francesco e di come abbia «di fatto abolito il peccato». Come riporta stupito Maurizio Caverzan sul Giornale «Questa abolizione, garantisce [Scalfari], sarebbe contenuta nella Evangelii Gaudium. E avverrebbe attraverso due strumenti: “Identificando il Dio cristiano rivelato da Cristo con l’amore, la misericordia e il perdono. E poi attribuendo alla persona umana piena libertà di coscienza”».

E LA MISERICORDIA? L’affermazione del Fondatore di Repubblica è a dir poco incredibile, come scrive ancora il Giornale: «Che dire, se non che è un vero casino? E che è un assoluto macello quando si vuol discettare sul cristianesimo, mettendo tra parentesi Gesù Cristo? Scalfari riconosce che argomento centrale del magistero francescano sono la misericordia e il perdono divini. Bene: ma che bisogno ci sarebbe di tutta questa misericordia se il peccato fosse abolito? Che cosa avrebbe necessità di perdonare, il Padreterno, in assenza di peccato?».

SCALFARI ABOLISCE IL PAPA. L’interpretazione di Scalfari suscita più di un dubbio anche al vaticanista Andrea Tornielli: «Per attribuire al Papa l’abolizione del peccato Scalfari è costretto ad “abolire” tutto il magistero di Papa Francesco (…). Il Papa già molte volte si è definito “peccatore” e parla molto spesso di misericordia e di perdono dei peccati. Per sperimentare la misericordia di Dio, un Dio misericordioso che non si stanca mai di perdonare, bisogna essere coscienti del nostro limite, del nostro peccato, della nostra inadeguatezza, del nostro male del nostro bisogno di salvezza, di perdono, di amore, di misericordia. Cioè bisogna essere coscienti del nostro essere peccatori, esattamente l’opposto di quella “abolizione” del peccato che con una frase ad effetto Scalfari attribuisce al Papa».

MEGLIO L’IO DI DIO. Dare dell’eretico al Papa e «far fuori Gesù Cristo quando si parla di religione» è pericoloso, insiste il Giornale. Ma Scalfari potrebbe essere interessato «a fabbricarsi su misura un cristianesimo liquido e relativista. Nel quale si esagera il ruolo dell’arbitrio individuale e della coscienza. Per poter continuare a scambiare Dio con l’Io».

 

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