Il 3 maggio un bambino cristiano di appena due anni e mezzo è stato ucciso in Pakistan, al culmine di un tragico diverbio tra un ricco musulmano e una povera famiglia di cristiani. Il proprietario terriero, Haji Rasheed, ha assunto l’operaio Samsoon Masih per tinteggiargli la casa. Alla fine del lavoro, però, si è rifiutato di pagarlo. Masih, di conseguenza, ha giurato che non avrebbe mai più lavorato per lui. Per punirlo, il ricco musulmano ha fatto irruzione nella casa del cristiano sparando. Masih, insieme al padre, è rimasto ferito mentre il figlio piccolo, Ayaan, è rimasto ucciso da un proiettile alla testa.
Aneeqa Maria Anthony, coordinatrice della ong The Voice, che ha svelato il caso, ha commentato a Fides:
«Siamo desolati. Un bambino innocente di due anni e mezzo ucciso per un meschino contratto per verniciare una casa. È disumano. Il governo pakistano dovrebbe aiutare a sviluppare nella società un senso di pazienza e di uguaglianza. I musulmani non dovrebbero considerare i membri di altre religioni come insetti o animali, da poter uccidere impunemente. Faremo del nostro meglio per ottenere giustizia».