Sembra uno scherzo, e invece è una notizia serissima. O almeno così la presenta il corrispondente dall’America di Repubblica, Federico Rampini, riprendendola dal Financial Times. «Chi pensa che Barack Obama abbia attenuato il suo impegno ambientalista, si ricreda», annuncia Rampini, perché a quanto pare, accanto «alle battaglie contro la potentissima lobby del petrolio e dello “shale gas”» (battaglie? Quali battaglie?), la Casa Bianca ha un altro «piano per salvare il pianeta», un piano che «preparava da tempo». E cioè – attenzione – la «”mucca del futuro”». Ovvero una mucca «meno flatulenta e più controllata nelle emissioni di gas dall’esofago». È questa l’entusiasmante «nuova sfida tecnologica» di Obama, nonché la sua «arma segreta per ridurre la quantità di gas che generano l’effetto serra nell’atmosfera, il trend di lungo periodo di riscaldamento del clima».
PEGGIO CHE LE DISCARICHE. In effetti, spiega Repubblica, «flatulenza, meteorismo, esuberanza esofagea dei bovini» sono tutti argomenti da barzelletta, e però gli scienziati che collaborano con l’amministrazione Obama li «prendono molto sul serio», visto che gli Stati Uniti sono pieni di mucche (88 milioni), le quali generano cadauna «dai 250 ai 300 litri di metano al giorno». E «per quanto il metano sia responsabile solo per il 9 per cento delle emissioni di “gas serra” degli Stati Uniti, la Casa Bianca sottolinea che gli effetti di questo gas sul riscaldamento atmosferico sono 20 volte più potenti rispetto all’anidride carbonica o Co2». Addirittura «le rilevazioni atmosferiche dimostrano che quegli 88 milioni di bovini rilasciano più gas serra delle discariche di rifiuti, degli impianti di gas naturale, o perfino del controverso “fracking”».
COW OF THE FUTURE. Ma cos’è questa fantasmagorica «mucca del futuro» che gli scienziati di Obama hanno fantasmagoricamente ribattezzato appunto «Cow of the Future»? Sarà una vacca semiautomatica col ricircolo della flatulenza? Sarà un ruminante ibrido senza rumine? O sarà invece un bove ogm completamente privo di orifizi? Nulla di tutto questo. Semplicemente, scrive Rampini, gli studiosi dell’Innovation Center for US Dairy, Illinois, stanno progettando di mettere «a dieta» le normalissime, ruminantissime, flatulentissime mucche del presente: infatti «con opportuni integratori alimentari, supplementi vitaminici e altri prodotti da aggiungere al mangime», cioè con «la pillola anti-gas», i ricercatori sono certi di ottenere risultati miracolosi.
LA MUCCA CON LO ZAINETTO. Dunque siamo davvero a una svolta. Ed è inutile ridacchiare sperando di buttarla in vacca. Anche perché non è mica finita qui. Innazitutto, aggiunge Rampini, Juan Tricarico, il capo del progetto Cow of the Future, «ci tiene a rettificare, puntigliosamente, un dettaglio: “Il 97 per cento delle emissioni di metano, da parte delle mucche avviene sull’estremità anteriore, attraverso i rutti della ruminazione e digestione, non dall’estremità posteriore”». Dopo di che, se la strategia intergalattica verso l’emissione zero dovesse fallire, c’è sempre il piano di riserva: «Un altro filone punta a catturare il metano delle mucche, e sfruttarlo immediatamente per la produzione di energia. Una sola mucca, provvista di uno “zainetto contenitore di metano”, potrebbe alimentare il funzionamento di un elettrodomestico come il frigo di casa».