Tra filari di vigne e uve mature lo scenario autunnale ticinese di Vallombrosa, nel verde Malcantone, è perfetto per una mostra a cielo aperto di un’artista legato alla natura, alle acque, alla pietra, al legno e alle nevi. Si tratta di Edgardo Ratti (Agno 1925), maestro ticinese nel disegno e nelle tele a olio all’inizio del suo percorso creativo – opere che sono adesso l’incipit dell’intera retrospettiva -, appassionatosi in seguito alla forza plastica delle sculture che comincia a produrre alla fine degli anni Sessanta, guardando alle chiese romaniche, testimoni silenti delle identità delle comunità contadine e montanare tipiche delle sue valli prealpine. A queste prime opere in legno seguono sculture in pietra, funzionali e a volta concettuali, in contemporanea al periodo “nero” dei quadri, mai abbandonati, sul declino e la solitudine della sua gente, sul rapporto inscindibile con la natura, il bosco, le stagioni e l’acqua.
Dal titolo La pietra filosofale, espressione che sottolinea la ricerca di quella semplicità in natura, un riferimento a una vita semplice e diversa da quella sconvolta dalla crisi del nuovo millennio, la personale dedicata a Ratti è una passeggiata culturale e rilassante percorribile fino al 22 novembre 2012 presso la Tenuta Tamborini Castelrotto di Malcantone, dove le sculture, i monotipi, i disegni, le tele e le vetrate dell’artista si inseriscono alla perfezione con lo spazio verde che le circonda.