Alberi che ci guardano, che ascoltano i nostri passi, i nostri silenzi dell’anima, innevati, spogli, solitari, accarezzati dal gelo, verdi, frondosi, sono loro i protagonisti degli scatti di Barbara Bartolone, fotografa genovese classe 1973 dalla tendenza all’introspezione. I suoi set, che producono immagini realizzate in analogico con negativi di medio e grande formato, raccontano un’atmosfera soffusa, rarefatta, nella quale lei è passata lasciando dietro di sé la malinconia dei suoi passi, persi nell’inarrestabile flusso del tempo, un’atmosfera che talvolta ci appare familiare, talvolta quasi fiabesca e mitica.
«Gli spiragli che Barbara Bartolone lascia affiorare attraverso il raffinato strumento di ascolto che è la sua fotografia – ha detto di lei Don Giuliano Zanchi, direttore del Museo Bernareggi di Bergamo – erompono costantemente come autonome sorgenti di luce: il mondo è il primo sguardo che si rivolge alla nostra smarrita solitudine». Un mondo che possiamo respirare alla Shots Gallery di Bergamo fino al 12 dicembre 2012 nella mostra intitolata Barbara Bartolone – Il lato visibile del tempo, una passeggiata sentimentale all’interno della sua e della nostra identità.