Il Gruppo Co.Br.A. nacque quasi per caso nel novembre del 1948 in un caffè sul Quai St.Michel a Parigi. L’occasione fu data dalla noia di sei delegati che, durante la Conferenza Internazionale del Centro di Documentazione sull’Arte dell’Avanguardia, mentre i relatori si dilungavano sull’Astrazione geometrica e sul Realismo socialista, abbandonarono il convegno e firmarono una breve dichiarazione redatta dal belga Christian Dotremont. Il gruppo era nato, mancava solo il nome, che venne subito coniato dalle iniziali delle città dei vari componenti: Copenaghen, Bruxelles, Amsterdam. Il movimento, che sviluppò in Olanda, Belgio, Danimarca e nei paesi del nord Europa, era composto da singoli gruppi che agivano in semi-indipendenza raggiunse circa cinquanta membri in tre anni e si sciolse nel 1951 dopo l’ultima esposizione a Liegi.
Come in ogni nuova tendenza che si rispetti, alla base del movimento c’era il rifiuto di ogni convenzione rigida e la voglia di lasciarsi andare ad un’arte naturale e spontanea, guidata soltanto dalla propria creatività, emotiva ed intellettiva. Una tavolozza di colori violenti e vibranti, stesi con pesanti tonnellate, raccontavano la vastità dell’inconscio, accompagnato spesso, come da miglior tradizione nordica, di immagini favolose di folletti, demoni, animali fibeschi, creature deformi e dimore isolate. Karel Appel, Asger Jorn, Pierre Alechinsky, Corneille, Lucebert, Carl-Henning Pedersen, Siegfried Reich an der Stolpe, Karl Otto Götz, Eugene Brands, Jacques Doucet e Bengt Lindström sono alcuni degli esponenti del movimento, che viene ricordato, fino al prossimo 7 dicembre, all’interno della mostra Co.Br.A., aperta presso la Galleria Accademia di Torino in occasione del 45° anniversario della fondazione ospitante.