«Noi siamo tutti visionari e ciò che vediamo è la nostra anima nelle cose», diceva il poeta e filosofo svizzero Henri-Frédéric Amiel. Romantici quanto una passeggiata nella natura, i suoi versi sembrano esser stati scritti per quel botanico quanto surreale percorso espositivo da poco inaugurato presso la Galleria d’Arte Il Castello di Trento, dedicato alle pittrici Elena Brazzale e Aura Zecchini. Intitolata Naturalia & Mirabilia la mostra, in programma fino al 22 maggio, racconta attraverso i germogli della prima artista e gli insetti della seconda il legame indissolubile tra l’uomo e la natura, che in questo caso non è soltanto luogo-unità di misura per tutto l’esistente, ma un universo fatto a nostra immagine e somiglianza, un mondo in cui è facile riconoscerci, se lo vogliamo.
Su fogli di carta grandi o piccoli avviene l’opera di trasformazione vegetale della Brazzale: stravaganti, voluttuose e immaginarie specie botaniche ostentano la loro provocante ed effimera esistenza, alcune di esse tendono all’astrazione – soprattutto nelle opere su tela -, ma non per questo risultano meno “reali” ai nostri occhi. A prima vista accostabili alla grande tradizione della natura morta, le opere della Zecchini sono più che altro un inno alla vita. Tra fiori e foglie si assiste a un piacevole brulicare di frenetici insetti studiati nei minimi dettagli dallo sguardo lenticolare dell’artista-entomologa. Il “popolo dell’erba” si mostra vanitoso ai nostri occhi svelandoci dettagli sorprendenti, come a voler stimolare la nostra naturale inclinazione alla contemplazione e all’intimismo.