Oggi utilizzo il mio spazio per segnalarvi We never look up, un progetto fotografico che mi pare straordinario. È opera di un finlandese, di cui non sono stato capace di trovare il nome, che si autodefinisce mobile researcher.
Si tratta di una serie di scatti di persone che camminano, mangiano, attendono, spingono passeggini, in una parola vivono, con lo sguardo abbassato, fisso sul proprio smartphone; non guardano più la realtà che li circonda; sono presenze assenti, zombie che proiettano altrove il proprio ologramma.
Si dice che un grande artista sia tale proprio perché sa interpretare il proprio tempo in maniera esemplare, iconica. Questo mi pare il caso.
I significati di quest’opera vanno sicuramente oltre la mia capacità di comprenderli tutti, ma di fronte alla disgregazione crescente, all’insignificanza della persona e dell’io cui sembriamo destinati questi scatti mi sembra educhino più di tante parole.
Ripiegati su noi stessi, mai come oggi, abbiamo bisogno di sollevare lo sguardo.