Non surrealista, non astrattista, ma molto visionario, Serge Brignoni ( Chiasso-Vacallo 1903 – Berna 2002) attinge a piene mani dalle avanguardie del Novecento e si lascia trasportare dagli influssi di Pablo Picasso, Salvador Dalí, André Breton e del dadaista Tristan Tzara, appassionandosi al collezionismo di arte etnica e primitiva e allo studio delle culture Orientali, Indiane, del Sud-Est Asiatico, dell’Indonesia e dell’Oceania. Benché il suo nome ancora oggi non rimbombi con particolare protagonismo nelle sale espositive e nelle rassegne internazionali, l’artista ha prodotto una grande quantità di opere, cimentandosi sia come incisore, che come scultore, che come pittore.
E adesso, a 110 anni dalla sua nascita, il Museo delle Culture di Lugano e il max Museo di Chiasso gli dedicano una retrospettiva dal titolo Serge Brignoni (1903 – 2002), artista e collezionista. Il viaggio silenzioso. Ed è proprio il tema del viaggio il fil rouge dell’intera esposizione che, aperta dal prossimo 28 settembre al 19 gennaio 2014, racconta metaforicamente tra volti stilizzati svettanti su uno sfondo caotico e scenari che strizzano l’occhio a Mirò, l’incontro reale a artistico di diverse culture.