È un percorso che ci porta da Venezia, a New York, con il suo skyline dominato dagli inconfondibili grattacieli, dove il pittore inserisce l’acqua della città lagunare rifacendosi in questo modo ai vedutisti veneti, a Parigi, di cui dipinge uno scorcio innevato dove sullo sfondo facilmente si riconoscono le pale del rinomato Moulin de la Galette nel cuore di Montmartre. Ma il racconto pittorico non si ferma all’interno della tela, spazia da un’opera all’altra ed è facile immaginare quella donna con cappello di piume e perle come una abitante della stradina francese imbiancata di neve che esce per recarsi a uno spettacolo, o quella donna pensierosa nella propria auto gialla, circondata dai pupazzetti dei figli, inoltrarsi nella Piazza Castello di Torino dove, oltre a un tram e ad uno scooter, balza all’occhio un’insegna cinese che in realtà non esiste, ma che realisticamente racconta di un luogo che apre le sue porte, come l’artista, a sempre più nuovi orizzonti.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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Emanuele Boffi