È sulla base dell’ancestrale dialettica tra fisico e metafisico che Marlene Dumas concepisce le sue icone postmoderne. Opere ancorate a un passato che non si può distruggere, un vissuto che è sempre parte del presente, dove l’immagine del Crocifisso e della Pietà assurgono a simboli universali di tragedia, dolore e soprattutto amore. Nata in Sudafrica e olandese di adozione, l’apprezzata artista internazionale che ha già esposto alla Tate Gallery di Londra, al Centre Pompidou di Parigi e al MOCA di Los Angeles, è da poco approdata alla Fondazione Stelline di Milano, dove presenta 15 opere di recente esecuzione.
Accanto ad alcuni dipinti della già nota serie “Forsaken”, centrata sull’immagine del Cristo crocifisso e del rapporto fra Padre e Figlio, si potranno ammirare, fino al 17 giugno, inedite raffigurazioni di figure femminili, metafore di una contemporanea maternità. Ecco allora qual è il concetto che raccontano i ritratti di Susanna, madre di Pier Paolo Pasolini – anche lui iconizzato -, e di Anna Magnani, l’interprete indimenticabile di Mamma Roma. Accompagna il percorso la proiezione del film dedicato all’artista, Miss Interpreted (Marlene Dumas) (1997, 63’, MM productions, Amsterdam), realizzato e diretto da Rudolf Evenhuis e Joost Verhey.