Avete mai pensato di unire due passioni come cibo e arte? La risposta ce la da Paola Buzzini, responsabile della società Doppiozero, professionista nel campo dell’arte contemporanea e appassionata cuoca, con un progetto che ha appena lanciato e che mette insieme prelibatezze culinarie e arti visive.
Paola, la tua passione per la cucina e per l’arte ti ha portata a dar vita ad un progetto davvero originale che hai battezzato Soup Opera. L’idea di base è quella di cimentarsi con una serie di ricette ispirate alle opere d’arte. Ci puoi dire qualcosa in più?
Soup Opera è il mondo dove l’arte incontra la cucina: è immaginazione, invenzione, interpretazione, ipotesi, fantasia. Per Soup Opera l’ideazione di un piatto nasce dall’amalgama tra due diversità apparenti: il cibo e le arti. Il cibo è lo strumento utilizzato per parlare di arti e culture e che da vita a un nuovo impatto di sapori mai conosciuti prima prima, emozioni di un nuovo incontro. Due mondi si ritrovano a tavola e si scambiano un’esperienza, un’avventura.
Come mai hai scelto questo nome per il tuo progetto? Cosa hanno in comune l’arte e la cucina?
Soup Opera letteralmente significa zuppa di opere, ma è anche un omaggio alla creatività di Christophe Barrier e Frèdèric Clemencon, che negli anni novanta inventarono in Francia un programma per bambini, Soupe Opera: ortaggi e frutti prendevano vita grazie alla stop motion animation. L’arte e la cucina, oltre all’estro e alla creatività, hanno in comune il metodo, lo studio e la ricerca. Il pasticcere, così come l’artista, l’architetto e il fotografo, nell’intento di cercare la propria estetica, manipola la materia e sperimenta tecniche e nuove funzionalità.
L’idea di Soup Opera, in realtà, era nata nella tua testa come una rubrica da destinare a testate d’arte, architettura, food e di altro genere che ti consentisse, attraverso le ricette, di poter parlare d’arte con un pubblico molto vasto. Poi, però, si è sviluppata la parte video, e hai girato la tua prima esperienza al PAC di Milano. Raccontaci.
Mi sono resa conto che l’idea di poter cucinare negli spazi espositivi con un ospite al mio fianco era vincente, nuova ed insolita. Soup Opera può essere tante cose e trovare spazio ovunque. E così è stato. Ho trovato grande disponibilità da parte del PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano che insieme a Civita mi ha permesso di allestire una cucina all’interno dello spazio espositivo durante la mostra Vite in transito di Adrian Paci. Sono proprio i temi trattati da questo artista, che stimo molto, che mi hanno ispirato nell’ideazione del piatto; l’ho realizzata insieme alla co-curatrice della mostra Paola Nicolin. La ricetta potete vederla sul canale youtube di Soup Opera e nei siti di PAC e Televisionet.
Oggi tutti sono blogger e tutti parlano di food, in cosa si distingue il tuo contributo in materia?
Non sono una blogger, ne una giornalista. Mi piace definirmi cuciniera dell’arte: sono una professionista nel campo artistico, ho una società di servizi per l’arte contemporanea, ma amo anche cucinare! La mia presunzione è quella di poter interpretare, a mio modo, lo spirito delle opere d’arte, l’ingegno del designer, la ricerca dell’architetto per creare nuovi sapori, facendo incontrare ingredienti che non si erano mai uniti. La creazione artistica diventa un’esperienza inedita, che coinvolge i sensi che fino ad oggi erano esclusi dalla fruizione dell’opera: olfatto e gusto.
Qual’è il fruitore ideale di Soup Opera?
Lo sono tutti: l’esperto d’arte, l’appassionato di mostre, la ragazza che ama cucinare, l’amante del bello. Perchè Soup Opera per me è prima di tutto l’incontro dei sensi, creatività e divertimento.