LORO NON SANNO CHI SONO IO. La sentenza della Corte costituzionale rappresenta un brusco arretramento rispetto al principio di uguaglianza e all’equilibrio fra i poteri dello Stato.
Antonio Ingroia intervistato da Salvo Palazzolo sulla sentenza della Corte costituzionale che ha accolto il conflitto di attribuzione del Quirinale contro la procura di Palermo sulle intercettazioni Mancino-Napolitano dell’inchiesta sulla “trattativa” Stato-mafia, la Repubblica
FATE COME SE NON CI FOSSI. Definirei bizzarra questa decisione. E sono convinto della bontà della mia scelta di lasciare l’Italia. Se fossi stato ancora a Palermo, me ne sarei andato proprio oggi.
Antonio Ingroia intervistato da Salvo Palazzolo, la Repubblica
TACIUTO? Fino ad oggi ho taciuto sul conflitto di attribuzioni sollevato dal Quirinale, per rispetto alla Corte costituzionale.
Antonio Ingroia intervistato da Salvo Palazzolo, la Repubblica
SE NE SENTIVA IL BISOGNO. Ma adesso, voglio parlare chiaramente.
Antonio Ingroia intervistato da Salvo Palazzolo, la Repubblica
NEL SUO COMPLESSO PRESUNTO MAFIOSO. La scelta del presidente della Repubblica di sollevare il conflitto di attribuzioni è stata dannosa per l’immagine delle istituzioni italiane nel suo complesso.
Antonio Ingroia intervistato da Salvo Palazzolo, la Repubblica
HEY GUARDATE, C’È CONFLY. Lo sa cosa dicono di me in Guatemela? Ecco il magistrato che è stato coinvolto in un conflitto di attribuzioni con il capo dello Stato.
Antonio Ingroia intervistato da Salvo Palazzolo, la Repubblica
PER ME NEANCHE UN CONTENTINO. C’era bisogno di dare totalmente ragione al capo dello Stato e del tutto torto alla Procura di Palermo.
Antonio Ingroia intervistato da Salvo Palazzolo, la Repubblica
IL MIO SALVAGENTE. Per quanto ancora resterà in Guatemala? «Per adesso proseguo il mio incarico per conto dell’Onu. In Italia, sono sicuro, inizieranno presto gli attacchi alla Procura di Palermo, proprio per questa decisione della Consulta».
Antonio Ingroia intervistato da Salvo Palazzolo, la Repubblica
POVERO GIORGETTO MIO. E questo è tutto. Resta l’indebito clamore che alcune forze politiche e alcuni giornali hanno montato attorno a questi fatti lanciando accuse roventi, ripetute e immotivate contro il Capo dello Stato.
Eugenio Scalfari sulla sentenza della Corte costituzionale, la Repubblica
PREMONIZIONI. Se fossero in buona fede sarebbe il momento di chiedere pubblicamente scusa per l’errore commesso, ma siamo certi che non lo faranno. Coglieranno anzi l’occasione per estendere l’accusa di faziosità e di servilismo alla Corte costituzionale.
Eugenio Scalfari sulla sentenza della Corte costituzionale, la Repubblica
APPUNTO. Ecco: da ieri abbiamo una Corte cortigiana.
Editoriale non firmato del Fatto quotidiano sulla sentenza della Corte costituzionale
DA QUALCUNO AVRANNO PURE IMPARATO. Quello compiuto da alcune forze politiche e mediatiche non è dunque un errore commesso in buona fede ma una consapevole quanto irresponsabile posizione faziosa ed eversiva che mira a disgregare lo Stato e le sue istituzioni. Sembra quasi un fascismo di sinistra.
Eugenio Scalfari sulla sentenza della Corte costituzionale, la Repubblica
CHI TROPPO VUOLE NULLA STRINGE. «La scelta di Bersani», scrive il britannico Financial Times, dimostra che «il richiamo dell’iconoclastia politica ha i suoi limiti».
La Repubblica
SAI POI CHE GRANATINE. Sarei felice se la Sicilia fosse piena di centrali nucleari.
Antonino Zichichi, neo assessore della giunta Crocetta, la Repubblica
IL NOSTRO PICCOLO PREMIER. È stato appena un attimo: quando (Pier Luigi Bersani, ndr) ha accennato al Mediterraneo e al proprio viaggio in Libia era già Presidente del consiglio; per la postura, i pensieri. Anche se Monti resterà a Palazzo Chigi, qualora il centro sinistra non avesse la maggioranza al Senato.
Barbara Spinelli, la Repubblica
E NOI CI RIPORTIAMO I COMUNISTI. Il debito pubblico, in rapporto all’economia reale sempre più rattrappita, impazzisce. I populismi si gonfiano. I neonazisti arrivano in Parlamento.
Stefano Fassina, responsabile economia del Pd, la Repubblica