In quel limpido abbraccio del golfo della Maddalena

Sette agosto, La Maddalena. Quando venendo da Caprera la strada panoramica svolta e sulla destra ti si apre davanti Cala Spalmatore, è un urto al cuore il colore dell’acqua. Nell’ora più torrida dell’agosto, l’incanto di questo specchio chiaro. Turchese o, in alcuni punti, verde smeraldo; e trasparente come un cristallo, così che le rocce sul fondo ti pare di poterle toccare. Sei costretto a fermarti, come se avendo fissato quello specchio ne fossi stato ammaliato. Il sole è altissimo, e anche l’aria scotta; l’asfalto è molle, la sabbia scricchiola secca sotto ai tuoi passi. Tutto è rovente, infuocato nel gran sole del sette di agosto, alla Maddalena; ma questo golfo è così calmo e limpido, e l’acqua così fresca. Sembra fatto per dare agli uomini sollievo e pace, nella grande arsura.

E se ti sei fermato a guardarlo, non ti basta. Quell’acqua la vuoi toccare, ti ci vuoi buttare dentro; e immagini addirittura di poterla bere, con il suo colore di granita di menta. O almeno vorresti poterla stampare nei tuoi occhi e portartela via, a casa (fra appena due mesi, nell’ottobre padano, al ricordo di questo mare ti parrà di aver sognato). E incroci altri come te, di passaggio, stranieri, venuti da lontano, che accostano l’auto e si fermano, e scendono a guardare. Zitti, quasi travolti da una insostenibile bellezza che rende inutili le nostre consuete parole.

Sette di agosto, La Maddalena, Cala Spalmatore. Il vertice dell’estate è in quest’aria che brucia sulla pelle; è nel sole a picco che alle due del pomeriggio cola nelle più sottili fessure degli scogli e ne evapora l’acqua, lasciando solo il sale. È in questa luce trionfante che sembra dire: mai più l’inverno, il freddo e la morte. Su questa piccola isola nel Mediterraneo l’estate ha vinto per sempre – qui, in questa enclave color smeraldo e oro.

E poi tornando verso casa, ancora l’acqua di cristallo ti si allarga nel ricordo; bellissima, sì, ma non solo. Qualcosa di più forte, di più profondo è nascosto nella trasparenza di quella cala; in quel seno come un grembo, innocente, in pace. Quasi un segno misteriosamente posto sulla strada della tua estate, che in silenzio domanda: vuoi tu riconoscermi?

E pensi che forse un giorno, da vecchia, questo golfo della Maddalena lo rivedrai, in un sogno. E sarà ancora così chiaro e fresco. E nel sogno vorrai ancora buttartici dentro; e ti accoglierà allora, quell’acqua, come in un abbraccio. Dissetato per sempre, in pace come un bambino che si addormenta in braccio a sua madre – e non teme più niente.

35/2012

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