Le leggi sulla blasfemia che terrorizzano molti paesi musulmani sono una vergogna, lo sappiamo tutti. O meglio, lo sappiamo noi cattolici, perché a leggere le testate cosiddette laiche non è che si veda tutta questa grande indignazione contro un tale sfregio alla ragione e alla democrazia.
Sarà forse per un’interpretazione un po’ troppo ampia della cultura della legalità. Per certa gente, si sa, la legge viene prima e vale di più della vita.
O non sarà piuttosto perché ormai tutti noi, da decenni, viviamo sotto la dittatura delle leggi anti blasfemia e ci abbiamo fatto il callo?
Esagerazioni? Provate allora a cambiare l’articolo 18, a dire che siete contrari agli omo-matrimoni, che l’aborto è un omicidio, che la vita comincia dal concepimento, che Beppe Grillo sbaglia, che Ingroia farebbe meglio a starsene zitto.
Immediatamente scatteranno contro di voi le sanzioni previste dalla vigente legge anti blasfemia italiana. Insulti, fantocci bruciati, sassi, querele, azioni penali come in una qualsiasi piazza di Islamabad.
Dove c’è un’ideologia che si pretende la verità c’è sempre una legge anti blasfemia, scritta o non scritta.