Messi da parte gli orologi molli di Salvador Dalí e il loro senso di relatività del tempo, val la pena di dare un’occhiata ai quadranti di orologi del contemporaneo Ray Smith, il cui lavoro, spiega, << è nato per caso. È iniziato con una mostra che ho fatto con le immagini di alcune automobili che venivano distorte utilizzando un programma di cartografia informatizzata progettato dalla NASA per rendere piatte le immagini dell’universo. L’ho avuto da un amico, Lee Smolin, che è un fisico teorico. Quando si applica al quadrante di un orologio quest’ultimo si trasforma e si realizza così una sorta di distorsione della dimensione temporale mettendo in dubbio la nostra stessa nozione convenzionale di ‘tempo’>>.
Protagonista, dal 22 febbraio al 13 aprile 2013, di una retrospettiva intitolata, che segna il lancio di una nuova galleria d’arte a Torino, la Riccardo Costantini Contemporary, l’artista americano torna in Italia, dopo aver esposto in alcune delle più note gallerie del mondo, con un progetto che è la prosecuzione di Empire, una riflessione nata dopo l’attentato alle Torri Gemelle sul potere al tempo della globalizzazione e sulle nuove forme di imperialismo nell’era contemporanea.