Ancora sguazzando nel mare greco intorno all’isola del mio riposo, siamo (vacanza in gruppo di due) stati coinvolti in una strana storia che offre una speranza all’Europa ben più solida dello scudo antispread.
A giugno un tizio, pare, di Bruges si è comprato un materassino verde per godersi il mare con più agio. Giunta l’ora della partenza si è posto il problema di cosa farsene di un materassino verde nelle nebbie della Vallonia. Allora ha regalato il materassino a due tedeschi appena arrivati sull’isola.
I tedeschi hanno fanno lo stesso ragionamento del belga e l’hanno passato a degli svedesi, che l’hanno dato a dei danesi, che l’hanno lasciato in consegna ad altri tedeschi e via in questo modo fino alla coppia olandese che ce lo ha lasciato in eredità.
Secondo la tradizione orale il materassino verde è stato usato da un belga, quattro tedeschi, due olandesi, uno svedese, un francese, un danese e, ora, un italiano. I conti non tornano alla perfezione ma, si sa, nella tradizione orale qualcosa va sempre perso.
A completare il simbolismo di questa storia il fatto che, settimana dopo settimana, ognuno dei proprietari temporanei ha dato una gonfiatina al materassino che si andava afflosciando e che ora galleggia grazie al fiato di mezza Europa.
Ora i proprietari del materassino verde siamo noi e ci sentiamo sulle spalle la grande responsabilità di scegliere il nuovo proprietario.
Abbiamo deciso di fare un gesto coraggioso e di allargare il respiro del Vecchio Continente; lo daremo a una famiglia di serbi dove c’è un bambino che lo guarda con occhi sognanti.