Quando pensiamo a Giambattista Tiepolo (1696-1770) la prima cosa che ci viene in mente sono i suoi splendidi affreschi nelle volte della cappella della Chiesa del Santissimo Sacramento e del Palazzo Patriarcale di Udine, quelli della Cappella Colleoni di Bergamo e quelli del Palazzo Clerici di Milano. Al massimo ricordiamo le meravigliose otto tele con scene tratte dalla Gerusalemme Liberata di Tasso, in parte alla National Gallery di Londra e in parte a Chicago. Ma l’artista veneziano è stato anche uno straordinario incisore e ha dato vita a una serie di immagini dalle qualità estetiche così sottili che hanno segnato la storia della grafica moderna.
Ecco che allora il m.a.x. museo di Chiasso propone, dal prossimo 2 febbraio, la mostra Tiepolo Nero, volta a svelare gran parte delle sue acqueforti intessute di significati ermetici e rimandi allegorici e simbolici. Si tratta di 35 opere riunite nella serie dei Capricci (1733-1742) e nella serie Scherzi di fantasia (1743-1757) tra cui spiccano Sei persone guardano un serpente e La famiglia del contadino orientale che tanto rimanda alla Fuga in Egitto, che peraltro è anche il titolo di una serie di disegni del figlio Giandomenico, anch’essi presenti in mostra. Un appuntamento da non perdere per scoprire questo lato nascosto di uno dei più grandi interpreti del Settecento veneziano.