BELLE SPERANZE. Colpisce una frase al Financial Times: «Spero che l’Italia diventi un paese annoiante». Che faccia meno notizia di oggi.
Marco Galluzzo a Londra al seguito di Mario Monti, Corriere della Sera
WONDERFUL MARIO/1. Oggi, tappa londinese, il professore (Monti, ndr) dopo l’incontro con Cameron e la City, torna a fare il professore (si era preparato una scaletta ma alla fine va a braccio, in inglese perfetto…) e se c’è bisogno di essere chiari è bene esserlo senza eccessivi giri di parole, assistiti da un po’ di humour che non guasta.
Fabio Cavalera, Corriere della Sera
WONDERFUL MARIO/2. Al momento delle domande, in platea c’è anche Anthony Giddens, il sociologo, chiede: «Ci può spiegare la relazione tra l’austerity e la crescita?». Monti, con l’abilità che lo costraddistingue nel non rispondere, gira mirabilmente intorno. Vago ma efficace, soprattutto perché può rivolgersi a Giddens dicendogli «Senti, Anthony».
Caterina Soffici, il Fatto quotidiano
WONDERFUL MARIO/3. Non è tanto cosa ha detto The Full Monti (così titolava il Financial Times ieri), ma come lo ha detto. Intanto lo ha fatto in inglese perfetto. E mentre i giornali inglesi ieri mattina ironizzavano ancora sul capitano codardo della Costa Concordia e il free press Metro, la bibbia dei pendolari londinesi titolava con paragoni sui «topi che abbandonano la nave che affonda», Mario Monti ha un altro passo. Non è solo una questione di stile. Alla London School of Economics getta la maschera da premier italiano e ritorna professore.
Caterina Soffici, il Fatto quotidiano
MA NON ERA COLPA DI BERLUSCONI? Allora: quando il 9 novembre gli toccò di salire al Quirinale e di formare il nuovo governo, lo spread fra i bund tedeschi e i titoli italiani raggiunse il suo picco. Poi andò giù. Ma, «ironia della sorte», il 7 dicembre, proprio in contemporanea con il varo della manovra, riprese a salire. Colpa dell’Italia? Assolutamente no. «Fu il deludente risultato del vertice europeo a influenzare i mercati». È la «governance dell’Europa», una leadership europea responsabile, attenta e unita, il problema dei problemi e «la Germania se ne deve rendere conto». È la vera via d’uscita dai mali.
Fabio Cavalera riporta la lezione di Monti alla London School of Economics, Corriere della Sera
L’HO CAPITO LEGGENDO IL MIO GIORNALE. Il manicheismo italiano ha trovato in questa triste vicenda un modo per esprimersi al meglio: l’eroe e l’antieroe, il coraggio e la viltà, il tono ardimentoso di chi ordina di restare con la schiena diritta e quello querulo e piagnucoloso di chi scappa.
Pierluigi Battista sul naufragio della Costa Concordia, Corriere della Sera
NON CERTO AL CORRIERE. Quei morti veri, però, impediscono di fare troppo teatro.
Pierluigi Battista sul naufragio della Costa Concordia, Corriere della Sera
QUI LO DICO. Non abbandonarsi a esaltazioni collettive per ciò che dovrebbe essere semplicemente normale e non lasciarsi tentare dalla tentazione di mandare alla forca mediatica chi ha sbagliato, umanamente indifendibile. Da trattare con intransigente severità, ma senza esporlo al linciaggio. Perché è troppo facile avere coraggio con le navi degli altri.
Pierluigi Battista sul naufragio della Costa Concordia, Corriere della Sera
E QUI LO NEGO. Quasi tre milioni di utenti unici, circa 45 milioni di pagine viste e oltre 1.100.000 visualizzazioni dei video delle telefonate tra il comandante Francesco Schettino e il capitano di fregata Gregorio De Falco (…). Sono questi i numeri da record registrati da Corriere.it.
Corriere della Sera
IL TURISMO È CULTURA. I clienti stranieri mi chiedono sempre se nel quartiere c’è la mafia. All’inizio rispondevo di no, per tranquillizzarli. Loro però ci restavano malissimo, e uscivano delusi. Ora ho imparato a dire che sì, certo che c’è la mafia. Così escono con l’aria circospetta, strisciando lungo i muri, e si sentono davvero in un altrove.
Un’albergatrice palermitana intervistata da Aldo Cazzullo, Corriere della Sera
BUZZURRI. I conservatori sostenengono che l’America non è, come l’Europa, una terra d’invidia sociale: anziché detestare i ricchi, qui si cerca di imitarli.
Massimo Gaggi, Corriere della Sera
TI PIACEREBBE. Formigoni sembra un leone in gabbia.
Andrea Montanari, la Repubblica Milano
IN ATTESA DI GIUDIZIO. La cronaca ci va mettendo sotto gli occhi, impietosamente, la corruzione di un potere durato oltre ogni limite e che ha preso le forme di una patologia.
Ivan Berni sulle inchieste in Lombardia, la Repubblica Milano
A PRESCINDERE. Il Sistema Lombardia è una Tangentopoli più raffinata di quella scoperta vent’anni fa. Roberto Formigoni si trova a esserne il garante massimo, il punto d’equilibrio, il gran cerimoniere, anche al di là del suo diretto coinvolgimento nelle singole vicende.
Gianni Barbacetto, il Fatto quotidiano
SENZA GENERALIZZARE. Leggendo intercettazioni e interrogatori a volte sembra Comunione di furbacchioni e Liberazione dei peggiori istinti.
Alfio Caruso, Corriere della Sera Milano
ASSURDO PER ASSURDO. Siamo abituati a pagare per tutto, non battiamo ciglio quando paghiamo cifre assurde per acquistare un abito che qualcuno ha deciso essere quello che deve essere indossato quest’anno, eppure una tassa per l’ambiente è inconcepibile.
Francesco Bertolini in difesa dell’Area C, Corriere della Sera Milano
IO ACQUA SANTA, E TU? Tutti assenti i leghisti e Saviano non lascia correre: «Sono stati coerenti, perché quando vai a difendere Nicola Cosentino poi è molto difficile venire qui».
Elisabetta Soglio sulla cerimonia per la cittadinanza onoraria di Milano assegnata a Roberto Saviano, Corriere della Sera Milano
COME PREGO? Quando gli indignati chiedono vera democrazia subito vogliono farla finita con quella concezione perversa secondo la quale la politica è il mezzo, non il fine.
Pilar Velasco nell’introduzione al suo Non ci rappresentano. Il manifesto degli indignati in 25 proposte, il Fatto quotidiano
L’INDIGNAZIONE NON SI NEGA A NESSUNO. I motivi di indignazione possono essere molti. Per questo, fra gli acampados convivono molte ideologie. Nel magma iniziale, tutti trovano posto.
Pilar Velasco nell’introduzione al suo Non ci rappresentano. Il manifesto degli indignati in 25 proposte, il Fatto quotidiano
SOLE CUORE ACCOUNT. È diventata una moda tra i giovani esprimere il reciproco affetto condividendo la password della posta elettronica, di Facebook e di altri account.
Matt Richtel, la Repubblica
VIVA LA PASSWORD. In molti rapporti tra adolescenti c’è una spinta a condividere password così come ad avere rapporti sessuali.
Matt Richtel, la Repubblica
BEAUTIFUL. Eugenio Scalfari mi fa la carineria di replicare su Repubblica al mio articolo dell’altroieri.
Marco Travaglio, il Fatto quotidiano