Cari amici, voglio tornare indietro nel tempo fino ad agosto. Sì lo so, è passato un po’ di tempo ma vi voglio raccontare il viaggio che la mia amica Claudia mi ha fatto fare nella splendida Sicilia. Io, purtroppo, non sono mai andata in questa bellissima isola, ma ho potuto ammirare le sue bellezze tramite il “diario di bordo” di Claudia (l’immedesimazione fa miracoli, amici).
Il diario è divertente sin dalle prime battute, quando si descrivono i preparativi pre-partenza (a proposito, ma perché la preparazione dei bagagli tocca sempre alle mamme? Chissà perché gli altri componenti della famiglia si occupano di cose “importanti” del tipo: telefonino, maschere, pinne, parei, libri, e a tutto il resto deve pensare la mamma? E, poi, scusate, ma anche la mamma ha un appuntamento irrinunciabile prima della partenza: la ceretta. Quindi, avviso ai naviganti: se non volete partire nel 2020, lasciate che anche la mamma si ritagli qualche attimo di tempo per le “cose sue”). In ogni caso, l’esperienza di Claudia è quella di tutti. Dopo aver riempito ogni tipo di valigia, zaino, pacchetto, sacchetto ecco arrivare la fatidica domanda: e adesso ci starà tutto in auto? E così inizia il secondo lavoro: quello di svuotare ogni tipo di valigia, zaino, pacchetto, sacchetto di ciò che non era poi così indispensabile.
Quando è tutto pronto, la “famiglia Brambilla” è pronta per l’avventura. Si parte! Attraversiamo la Liguria, la Toscana, il Lazio, la Campania, quando d’improvviso il condizionatore dell’auto smette di funzionare. Perfetto, si muore solo di caldo come ai bei tempi in cui l’aria condizionata era roba da ricchi e i viaggi in auto erano delle saune in autostrada.
Dopo tanta “calura” si arriva a Levanzo, piccola isola meno nota di Favignana e Marettimo. Una bella isoletta e un paesino con le case bianche e le imposte azzurre, come le abitazioni delle isole greche. Ricordo con nostalgia le meraviglie che ho visto nei miei viaggi di gioventù e adesso Claudia mi sta facendo visitare la Sicilia. Il paese è piccolissimo, in estate conterà un migliaio di abitanti e in inverno meno di un centinaio. È un paese a misura d’uomo, come si dice in questi casi. Tutto è tranquillo e silenzioso, come se – per un tacito accordo – uomo e natura si fossero accordati per non disturbarsi. Per recarsi nelle calette si percorrono delle mulattiere che, certo, non sono adatte alle persone in carrozzina come me, ma io ci sono stata con gli occhi e le gambe di Claudia, quindi non mi è costata molta fatica raggiungere il mare.
Una signora di Palermo ci indica dei bellissimi luoghi da visitare e ci consiglia le specialità gastronomiche del territorio; ci dice che non ha mai voluto abbandonare la sua città nonostante i problemi. È una donna tenace, di quelle che servono in ogni parte del mondo, ma forse ancor più in Sicilia. Mi piace questa signora che non lascia la sua città e non si arrende davanti a niente. “Brava!”, mi viene da dirle, con un bel punto esclamativo potente e squillante dopo il complimento.
Rimaniamo nel trapanese e ci dirigiamo verso Mothia e, dopo averla visitata, andiamo verso Erice. Per arrivarci prendiamo l’ovovia; Claudia rimane incollata al sedile perché ha paura, invece io non ho paura anche quando la cabina oscilla (“tranquilla amica mia, non ti può succedere niente, sei con me”). Il paese è un gioiello ma noi visitiamo le parti “non battute” dai turisti che sono le più belle. Una meraviglia agli occhi e al cuore.
Il giorno successivo ci aspettano gli scavi di Selinunte dove il caldo cocente ci accompagna tra le rovine. Poi è la volta di Mazara del Vallo dove esiste la nostra famosa flotta peschereccia. Lì abbiamo assistito alle varie contrattazioni per le casse di pesce: uno spettacolo. Visitiamo anche Marsala, altra città arabeggiante, e Trapani, città piena di vita, chiassosa ma molto interessante. Pensate che il venerdì di Pasqua, portano in processione delle antiche statue di legno e carta, unite con la colla.
Arrivati a Trapani, mentre il marito di Claudia cerca un meccanico per aggiustare il condizionatore dell’auto (ma chi trovi aperto a Ferragosto?) noi abbiamo dato retta a quella signora che ci aveva consigliato le prelibatezze della cucina siciliana: divine. In seguito abbiamo visitato il duomo di Trapani; qui ci sono delle tele attribuite a Caravaggio e Van Dyck, e nella Chiesa del Purgatorio abbiamo ammirato i “misteri”, gruppi lignei che vengono portati in processione a Pasqua. Poi, per accontentare la “gola”, abbiamo assaggiato le busiate, un tipo di pasta che fanno solo in Sicilia: Claudia l’ha mangiata anche da parte mia, e per questo la ringrazio (ma, soprattutto, la invidio).
Andiamo a Segesta dove ancora rimane un teatro greco e un tempio dorico, ma ormai Claudia è “quasi arrivata alla frutta”, non si regge in piedi dalla febbre. La mia amica Claudia è “kaput” e qualcosa di Palermo ci sfugge, ma, tranquilli, non ci arrendiamo. Palermo a ferragosto è bellissima: la città vecchia è ben tenuta, bei palazzi barocchi e tanti bambini che giocano mentre le persone anziane sostano sedute fuori dalle case alla ricerca di fresco. Tappa in via d’Amelio dove sono stati uccisi il giudice Borsellino e gli uomini della sua scorta. Qui è stato piantato un ulivo al quale sono appesi dei bigliettini. Troppi sono i morti per questi attentati! Andiamo a cenare in un locale tipico e ordiniamo ogni ben di Dio e poi subito in albergo perché Claudia non è ancora al top della forma.
Ci dirigiamo verso Siracusa e in Piazza Armerina vediamo gli scavi di Villa del Casale, una villa romana che conserva dei mosaici tra i più belli e ben conservati. Vediamo sale di rappresentanza, le terme, la basilica. Una cosa stupenda! Volendo attraversare la Sicilia passiamo per i monti delle Madonie, tra campi incolti e paesaggio stupendo, mettendo a dura prova l’abilità degli autisti.
Altra tappa a Caltagirone, culla della ceramica, dove c’è la famosa scalinata di 142 gradini in maiolica, che conduceva i fedeli a una chiesa barocca. Nel frattempo facciamo tappa a Ortigia e Noto, città totalmente barocca, ricostruita dopo un terremoto del XVII secolo. Ci pensate? I terremoti hanno sempre distrutto tutto, ma la volontà di ricostruire è sempre stata più forte. Sono tutte splendide località colme di storia e, tra tutte, non poteva mancare Modica, famosa per il suo cioccolato (non so se avete notato quanto abbiamo mangiato. Vabbè, il plurale è simbolico. Mia cara Claudia, granite, cannoli, cassate, cioccolato, pesce di tutti i tipi, e tutte le altre bontà mi sono rimaste in gola, ma non ho mica sentito il sapore).
Ultima tappa: l’Etna. Mentre saliamo al rifugio Sapienza, a ben 2000 metri, vediamo la lava di tutte le eruzioni depositata ai lati del sentiero che ha preso il posto della vegetazione. Dopo la visita all’Etna, raggiungiamo l’agriturismo nelle gole dell’Alcantara vicino a Taormina e, mentre camminiamo, il paesaggio cambia in continuazione: agrumeti, vigneti, boschi di nocciole, betulle e tantissime altre piante.
Ormai la gita volge al termine e, sempre senza aria condizionata in auto, non rimane che risalire l’Italia fino a tornare in Lombardia.
Vi posso però assicurare che abbiamo visto delle bellissime località, e ringrazio Claudia, che ho conosciuto tramite mio cugino Roberto dopo aver iniziato a scrivere su tempi.it. Tempi è riuscito anche in questo (e lo ringrazio): ampliare la mia schiera di amici e permettermi di viaggiare insieme a Claudia. La ringrazio perché mi ha fatto visitare una terra ricca di storia: fenicia, greca, romana, normanna.
Ho appreso tradizioni, usi, costumi, di un isola molto simile alla mia amata Sardegna; ho ammirato le bellezze dell’isola, il suo mare, le coste, il panorama, la campagna. Claudia mi ha regalato un bellissimo viaggio e forse molti di voi non riusciranno a capire il mio entusiasmo, ma, credetemi, io anche se costretta nel mio letto, ero insieme a Claudia; l’unica cosa è che non sono riuscita a sentire i sapori di tutte quelle cose buone che “abbiamo mangiato”! Ho visitato la Sicilia senza “muovermi da casa”.
GRAZIE CLAUDIA
bacioni
Susanna
p.s. Cari amici la prossima volta vi voglio raccontare quello che mi è successo domenica 11 novembre, perché per me è stato come entrare in un bel sogno!