E’ un percorso espositivo completo, composto da 60 dipinti e 20 tra schizzi e acquerelli quello presentato a Palazzo Magnani di Reggio Emilia, che racconta la storia personale e creativa di Giorgio de Chirico (Volos, 1888 – Roma, 1978), quel grande e “magico” inventore metafisico che è riuscito – come pochi – a trasmettere attraverso le proprie opere l’essenza e le sensazioni più profonde dell’uomo, anche senza rappresentarlo nella sua fisicità. Sono infatti anonimi manichini, statue senza volto, serafiche muse, arianne e oracoli i protagonisti delle sue enigmatiche composizioni in cui domina il rifiuto dell’antropomorfismo, la desolazione del vuoto e una nuova percezione dello spazio e di un tempo immobile che sembra non scorrere più.
Fin dalle prime opere, come il Tempio di Apollo a Delfi (1909-1910) e l’Enigma della partenza (1914) – interessanti poiché a far da sfondo c’è una nuova tipologia di piazza, intesa non più come luogo di incontro di anime, ma come perimetro inabitato da qualunque forma umana -, alle successive, come Mobili nella Valle (1927), fino alle più tarde Le Maschere (1973), De Chirico ci proietta in luoghi silenziosi e metafisici, e anche quando sceglie di inserire come protagonisti esseri viventi come in Cavalli in riva al mare (1930) e nei Gladiatori, la sensazione che se ne trae è sempre quella dell’intangibile, dell’immobile e dell’incorruttibile. Immersi in questi paesaggi mitici in cui anche gli oggetti reali e quotidiani, come le poltrone, le ringhiere, le stesse nostre case, vengono privati della quotidiana funzione che hanno nella vita “terrena”, non possiamo far altro che lasciarci coinvolgere da questa meravigliosa trance pittorica e farci guidare in un viaggio ai confini di tutto ciò che è (spesso solo apparentemente) razionale e reale. Per vedere “Giorgio de Chirico. Dipinti 1910-1970. Un maestoso silenzio”c’è tempo dal 5 marzo al 1° maggio 2011.