In alcuni scatti la presenza umana è totalmente assente: si tratta di paesaggi primordiali e incontaminati, dove è la natura l’unica straordinaria protagonista che con nuvole, cieli, mari e foreste ci ricorda della sua forza creatrice. In altri è l’uomo a diventare protagonista di quel frammento di tempo immobilizzato dall’obiettivo: egli attraversa la scena quasi di sfuggita, come una comparsa che per caso diventa parte di una storia. Ecco di cosa son fatti gli scatti di Paolo Gotti, architetto e fotografo italiano che nel corso della sua carriera ha visitato oltre 70 paesi formando un archivio di oltre 10 mila immagini, che dal prossimo 16 dicembre inaugurerà un progetto espositivo composto da due serie fotografiche speculari – dal titolo Alle origini della terra e Crossing over – visibili fino al 28 febbraio 2014 presso la Sala Colonne della Emil Banca di Bologna.
Si tratta di 13 fotografie (per ogni progetto) orizzontali, scattate a latitudini differenti nei cinque continenti. La prima serie è una sorta di primordiale “racconto della creazione”, in quanto l’artista cerca di immagina come possa esser stato il nostro pianeta subito dopo la Creazione così descritta nell’Antico Testamento. La seconda serie, invece, si concentra sull’idea dell’attraversamento dell’uomo sulla terra ed è ispirata da opere contemporanee come L’uomo che cammina di Alberto Giacometti e Working man di George Segal. Ma in entrambe le serie è sempre la Natura a stupire i nostri occhi con la sua immane bellezza.