Gli eventi sismici che nel maggio 2012 hanno colpito anche il territorio mantovano ci ricordano, da un lato, la natura effimera di quello che quotidianamente crediamo stabile e duraturo. Dall’altro lato, però, concetti come precarietà, mobilità e transitorietà sono stati e continuano ad essere gli ingredienti chiave dell’arte del XX secolo e di quella contemporanea. Siamo, dunque, abituati ad aver a che fare con materiali eterogenei, deperibili e a considerarli protagonisti di una istallazione. Li abbiamo già assorbiti come elementi artistici a breve scadenza. Ma su cosa si concentrano gli occhi di un artista? <<Cammino per il centro di un piccolo paese – afferma Sergio Breviario, uno dei quattro vincitori del concorso Rigenerazione, indetto nell’ambito della 48° edizione del Premio Suzzara (2013) dal titolo La terra si muove con il senso – Moglia: transenne, detriti e spazi vuoti. Case, portici e campanili, con scheletri di legno che fungono da sostegno, fermano il tempo a quel giorno quando tutto è avvenuto>>.
<<Mi piace il mantovano perché in calde giornate come questa si sente quello strano senso di vuoto comune a molte province italiane. Ma questi scheletri rendono le architetture ancora più malinconiche, perché certificano l’assenza umana e fanno pensare a una vita passata, lontana. Questi legni, massicci e forti, fanno apparire tutto fragile, sembrano ossa in grado di reggere il corpo dall’esterno… Oggi, queste grosse travi fungono da macchina del tempo in grado di farci raggiungere luoghi lontani, legati a questa provincia italiana solo tramite l’immaginazione. Ma per rendere possibile questo salto servono coincidenze, somiglianze e colpi di fulmine, come capita agli innamorati>>. Messe all’opera per il progetto The Time Machine Oltrepò, queste suggestioni visive sono diventate set fotografici che hanno coinvolto gli abitanti del luogo come attori, comparse e scenografi. E adesso possiamo ammirarli all’interno della mostra dedicata dalla Galleria del Premio Suzzara fino al prossimo 20 novembre.