Criticate fin che volete i partiti e i politici italiani, il loro scarso spessore e la loro subalternità a tutti i poteri possibili e immaginabili, ma ci sono classifiche speciali nelle quali politici e partiti degli altri paesi europei battono nettamente i nostri. Per esempio, dovendo fare la classifica della più grande mistificazione politica del continente europeo, io non avrei dubbi nell’incoronare il Partito Conservatore di David Cameron in Inghilterra.
Il primo ministro britannico è l’uomo che ha voluto a tutti i costi, entrando in collisione con una parte significativa dei parlamentari del suo partito e della base degli iscritti e dei votanti, introdurre nel sistema giuridico del Regno Unito il matrimonio fra persone dello stesso sesso. Come si faccia a mettere d’accordo l’aggettivo “conservatore” con il paradosso semantico “matrimonio fra persone dello stesso sesso”, Cameron non l’ha mai spiegato. Ha detto semplicemente che il suo partito predilige le persone che si assumono degli impegni, e dunque se due uomini o due donne vogliono assumersi l’impegno matrimoniale, i conservatori sono favorevoli. Un bell’insulto all’intelligenza degli elettori britannici, che dovrebbero credere che quello menzionato da Cameron – assumersi delle responsabilità – è il vero motivo per cui alcune persone chiedono di istituire e di usufruire del matrimonio fra persone dello stesso sesso.
Come vedete i nostri politici non sono affatto speciali quanto a faccia tosta. Così, a naso, io tenderei a pensare che uno che si definisce “conservatore” dovrebbe sentirsi vincolato a difendere un’istituzione vecchia di migliaia di anni com’è il matrimonio fra uomo e donna, la cui unica significativa evoluzione è stata quella di passare dalla poligamia alla monogamia. Invece, stando allo stile di ragionamento del prode Cameron, un conservatore dovrebbe essere favorevole, oltre all’introduzione delle nozze uomo-uomo e donna-donna, al ripristino della poligamia o all’istituzione di matrimoni a geometria variabile: un uomo e dieci donne, due uomini e una donna, tre donne e due uomini, quattro uomini fra di loro; se tutti costoro intendono assumersi l’impegno del matrimonio, perché non valorizzare la loro buona volontà, il loro spirito di servizio nei confronti della società?
Qualche giorno fa Cameron se n’è uscito con un’altra delle sue: ha incaricato il suo portavoce di far sapere che, secondo, lui, i club riservati a soli uomini, i “gentlemen’s clubs”, sono «cosa del passato». La dichiarazione mira indirettamente alla decisione del ministro della Cultura, signora Maria Miller, di boicottare una tappa del campionato nazionale di golf nella cittadina di Muirfeld perché si sarebbe svolta in un club riservato ai soli uomini. La dichiarazione di Cameron è sorprendente per molti versi. Anzitutto il Regno Unito è, come ognun sa, la patria elettiva dei club riservati, dove a decidere chi può entrare e chi deve stare fuori sono coloro che hanno dato vita al club. A inventare il concetto di privacy sono stati proprio gli anglosassoni, e l’esistenza di club riservati per sesso, per censo o per qualunque motivo, fosse la lunghezza della barba o il possesso di determinati prodotti (un’auto, una moto o una collezione di dischi) sono una logica conseguenza del principio secondo cui nei comportamenti privati delle persone che non rappresentano fattispecie criminali nessuno può interferire.
Poi si dà il caso che il conservatore-modernizzatore David Cameron sia stato membro, nel corso della sua vita, di due club riservati a soli uomini: il Bullingdon Club all’università di Oxford e il White’s club, di cui suo padre fu anche presidente. Non solo: quest’uomo che non conosce la vergogna ha studiato al prestigioso Eton College, una delle sole quattro “public school” britanniche riservate esclusivamente ad alunni maschi. È evidente che questo politico privo di princìpi mira semplicemente ad allargare il suo bacino elettorale, ed è convinto che alle prossime elezioni i suoi conservatori aumenteranno i consensi fra gli omosessuali e fra le donne grazie alle politiche da lui portate avanti e alle dichiarazioni come quella sui club. Quasi sicuramente fallirà nel suo intento, e l’unico risultato che produrrà sarà di spingere una parte dei suoi elettori nelle braccia dell’Ukip (il partito antieuropeista alla destra dei conservatori). Ma che questa sia la principale spiegazione del suo comportamento lo si può dedurre anche da un’altra considerazione: nel Regno Unito esistono club riservati alle sole donne, come lo University Women’s Club e il costosissimo Grace Belgravia a Londra, e naturalmente ci sono centinaia di club, bar, resort per vacanze, luoghi di ricreazione riservati ai soli gay. A tutti costoro Cameron non chiede affatto di essere più aperti, non li definisce “cose del passato”.
Certamente però c’è anche un motivo culturale più profondo: i club e le scuole riservati a persone di un solo sesso richiamano un fatto che oggi dispiace sia ai liberal dichiarati che ai liberal mascherati alla David Cameron, e cioè l’irriducibilità dei sessi, che sono due: maschio e femmina. C’è una differenza, quella sessuale, che sempre darà problemi e sempre resterà enigmatica. Non è dominabile e non è normalizzabile. È quella differenza che rende possibile la vita, ma è anche la differenza che fa da argine alle pretese totalitarie dell’egualitarismo. Le pretese di onnipotenza nei confronti della condizione umana che oggi accomunano quasi tutti i partiti sedicenti di destra o centrodestra (conservatori britannici, popolari spagnoli, buona parte del Pdl italiano, ecc.) a quelli di sinistra e di estrema sinistra hanno nell’irriducibilità della differenza sessuale un nemico che merita odio. Cameron è un capofila dell’eterofobia che sta invadendo l’Europa.