Quei due paladini del buon senso contro la cultura degli anti-valori

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – L’anno nuovo è cominciato con due grandi successi popolari. Don Matteo in tv ha raggiunto i dieci milioni di spettatori e Checco Zalone ha sbancato il botteghino col film Quo Vado. La figura del sacerdote buono e intelligente nell’interpretazione di Terence Hill (Mario Girotti) appassiona gli italiani, mentre Checco Zalone li diverte prendendo in giro sia il politically correct dei cosiddetti “civili” che i difetti dell’italiano “bamboccione” che vive coi genitori e non molla il posto fisso.

Il messaggio comune dei due spettacoli è un elogio del buon senso della nostra tradizione e un rifiuto degli pseudo-valori che la cultura dominante vorrebbe imporre.

È un messaggio di attualità mentre si discute il disegno di legge Cirinnà. L’ondata culturale modernizzante ha portato nel nostro Paese la legalizzazione del divorzio e dell’aborto, sia pure a certe condizioni. Ora vorrebbe imporre una visione soggettiva della sessualità che coinvolge anche i bambini. Qui c’è la linea del Piave.

Ho partecipato alla manifestazione del 20 giugno (per la prima volta in vita mia) e il messaggio dominante era “giù le mani dai nostri figli”. I piccoli non sono oggetti per soddisfare esigenze affettive degli adulti, né animali su cui fare esperimenti sessuali.

Bisogna resistere: non è un dibattito intellettuale, è un’aggressione. Le Termopili e Lepanto hanno salvato la civiltà occidentale in passato, ora bisogna combattere per salvare l’Occidente dalle forze disgregatrici interne. Senza se e senza ma.

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