Il pittore russo Ivan Glazunov guarda al passato per salvare il presente e il futuro. Ogni nazione, si sa, ha le proprie peculiarità che si esplicano attraverso la lingua, le abitudini, lo stile di vita. Ma cosa accade quando questi valori si perdono? E’ questo il rischio che da cui muove la ricerca dell’artista. <<Abbiamo bisogno di preservare i nostri valori originari – afferma-, che ci hanno sostenuto in ogni momento: sono il perno che ci ha permesso di non perderci, che ha conservato la nostra immagine come popolo. Voglio mostrare ciò che mi è caro della Russia, ciò che io amo. Durante tutta la mia vita, ho raccolto e studiato pezzi di antiquariato russo: ognuno di essi può raccontarci le persone che hanno vissuto secoli fa o più recentemente>>.
E questa passione per il passato l’artista cerca di trasmetterla ai figli, con i quali visita città e musei, luoghi questi ultimi capaci di catapultarci lontani nei secoli, spesso anche in mondi fantastici. La collezione di Glazunov, fatta di dipinti, antichi costumi russi di eccezionale fattura e preziosi oggetti di arte popolare, racconta, dunque, la diversità e unicità della sua cultura d’origine. Possiamo ammirarla presso la Fondazione Querini Stampalia di Venezia, all’interno della mostra intitolata C’ara una volta la Russia. Lo sguardo di Ivan Glazunov, che resterà aperta al pubblico fino all’11 gennaio 2015. L’immersione nella tradizione del paese dell’artista è totale: <<Ivan Glazunov – scrive Viktorija Ukolova nel catalogo – è un artista “russo” nel pieno significato del termine. Nel suo lavoro, ciò che sorprende sono due caratteristiche ormai quasi scomparse nell’arte contemporanea: l’onestà e un trepido atteggiamento verso la vita>>. Al pubblico l’ultima parola.