«Dio ha un disegno su di te. Per questo ti fa sudare sangue»

padre-aldo-bambini-ospedaleArticolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti)

Ciao padre Aldo, ti scrivo per chiederti un aiuto a chiarirmi di più cosa il Signore vuole da me. Comincio con il presentarmi: sono Giovanni e ho 25 anni. Ho lavorato 5 anni come grafico, ora sono disoccupato da 6 mesi. Ho una forte passione per il canto e nella musica sacra trovo conforto. I miei fratelli si sono sposati, mentre io vivo con i genitori. A 22 anni ho avuto la prima intuizione di farmi prete. A 24 anni trascorro un periodo molto bello a Milano dove conosco Lorena, una ragazza amabilissima che lascerò per seguire l’intuizione che avevo per la mia vita, confermata nell’incontro con una amica. Comincio la verifica che sospenderò nella stessa estate causa esaurimento nato sul lavoro. Non ho mai smesso di desiderare di dare la mia vita a Cristo. Lavoro un altro periodo a Milano dove ancora una volta devo lasciare l’impiego. Questa volta la diagnosi è depressione grave, causata probabilmente dal sapere che Lorena si è fidanzata e io non so a che punto sono della mia vocazione.

Ora sono in cura e sto molto meglio. Il desiderio di dare la mia vita a Cristo non è passato ma ora purtroppo c’è chi fa delle ipotesi sulla mia vocazione. C’è chi ha già emesso sentenza. Quello che voglio fare nella mia vita è compiere la Sua volontà, solo questo mi ha convinto a sospendere la verifica e andare da psicologi e psichiatri. Ora sono in conflitto tra una realtà che mi chiede se quello che desidero è una malattia o nasce dal cuore. Vedo tutti i miei limiti, le mie ferite, i miei errori e la mia incompatibilità. Ma in fondo desidero essere felice, amando ed essendo amato da Cristo. A volte mi chiedo perché Dio mi ha messo nel cuore un desiderio così, dandomi dei limiti così grandi. Come faccio a non sentirmi fregato? Tutto ciò pulsa come una ferita che non è stata guarita, non mi fa stare tranquillo e cerco risposte. Come posso non perdere tempo per dare gloria a Dio nelle mie giornate?

Giovanni

Cari amici, come entrare nella profondità delle vostre domande se Gesù non fosse il tutto della nostra vita; se quando ci svegliamo al mattino – sempre che abbiamo avuto la grazia divina di dormire – i nostri occhi non brillassero contemplando il Suo volto carico di umana bellezza; se incontrando i miei figli carichi di sofferenza non mi sentissi una sola cosa con loro? Se non siamo coscienti che apparteniamo a Gesù, certe domande non ci possono scalfire, borghesi come siamo. Chi può ascoltare il grido di chi soffre se non ha perlomeno incominciato a camminare con Gesù, condividendo il suo dolore? Quella notte nel Getsemani mendicò inutilmente l’amicizia, la compagnia di chi per tre anni l’aveva seguito: avevano troppo sonno per fare compagnia ad un amico che, come afferma Péguy, era vittima di una nevrastenia, fino a sudare sangue.

Non esiste il caso
Amici, voi avete la dura grazia di condividere con Gesù il Suo dolore morale. Se il Mistero ha permesso anche a voi di passare per le forche caudine, ho la certezza che è per qualcosa di grande che scoprirete nella pazienza del tempo. Il Mistero però vi ha fatto anche un dono ancora più grande: la compagnia di Gesù che in questo momento non avvertite. Anch’io per molti anni ho vissuto e ancora vivo nell’oscurità. Mi permetto di dirlo solo perché non vi sentiate soli nel cammino, ma in compagnia. Non auguro a nessuno di passare per questo atroce dolore che toglie anche la forza di respirare.

Che grazia però non vivere mai tranquilli, come tante persone che conosco e conoscete. Il Papa parla della globalizzazione della indifferenza, del borghesismo che impedisce di incontrare Gesù. Allora ringraziamo il Mistero che ci fa sperimentare in compagnia di Gesù la bellezza dell’umano e che ci dà una sensibilità grande per quanti vivono nella disperazione, ai quali possiamo offrire la nostra amicizia. Che grande è l’avventura che il Mistero vuole condividere con noi facendoci muovere i primi passi in compagnia di Gesù nel Getsemani! Molte volte quando stavo male dicevo ad un mio amico sacerdote: «Guarda quel prete, ha tutto, perché io debbo soffrire così tanto?». E lui: «Dio ha un disegno su di te. Per questo ti fa sudare sangue». Non esiste il caso, esiste solo la Provvidenza che ha un cammino che spesso non coincide con ciò che vorremmo noi.

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