Sul sito del Tgcom si riferisce questa frase di Enrico Letta su Giorgia Meloni: «Sta cercando di cambiare immagine, di incipriarsi, ma mi sembra una posizione molto delicata, se i punti di riferimento sono Orban e Vox».
L’ineffabile Lettino per diversi mesi ha giocato la carta della responsabile opposizione atlantistica di Giorgia Meloni contro i russofili Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Poi ha iniziato una campagna contro la destra meloniana che voleva stravolgere la Costituzione finché Sergio Mattarella deve avergli detto di smettere, che con certe cose non si gioca. Allora si è messo a parlare del rischio autoritario del presidenzialismo, ma il suo “dante causa” dall’Eliseo gli ha imposto, per evidenti motivi, di piantarla. E allora adesso accusa di filorussismo una che insieme a polacchi e inglesi è tra i politici “nel mondo” più schierati con gli americani. Ecco alcuni concreti argomenti per cui sono sempre più convinto che Emmanuel Macron abbia mandato a commissariare il Pd l’ispettore Clouseau.
Su Affari italiani si riporta questa dichiarazione di Giuseppe Conte: «Io non prendo ordini da Washington».
Il nostro Lettino-Clouseau è arrivato al punto di farsi prendere in giro persino da “Giuseppi”, che lo accomuna alla Meloni per servilismo verso Washington.
Sugli Stati generali Paolo Manfredi scrive: “Ma alla fine come ho detto in principio Carlo Calenda è poco interessante e il Calenda bashing stufa dopo poco tempo. Assai più tristemente interessante è una Borghesia moderna, produttiva, anche informata, che non riesce a produrre nulla di meglio di questo signore per rappresentare i suoi sacri interessi. Anzi, che non si comporta da classe guida anche del gusto e lo espelle per totale assenza di creanza, che dovrebbe essere virtù borghese per eccellenza. Alla Borghesia con tutta evidenza non interessa guidare il paese, preferisce fare i danè e mugugnare perché a Londra, New York e persino a Singapore le cose funzionano meglio, e farsi i fatti propri”.
Ecco un’interessante riflessione sul fatto che se settori della borghesia italiana puntano sulla “Grande bullezza di Roma”, la colpa non è di quest’ultimo, l’ineffabile Carlo Calenda, bensì di ampi settori dei nostri ceti produttivi che hanno difficoltà a esercitare un ruolo nazionale.
Su Open si scrive: “Oggi Carlo Calenda e Matteo Renzi si vedranno per un incontro definito decisivo. L’obiettivo è varare l’alleanza tra Italia Viva e Azione per le elezioni del 25 settembre”.
Due galli ci sono, qualche gallina anche, ma il pollaio, più in generale, al momento, appare un po’ ridotto ai minimi termini. Ma se sono uova, fioriranno.
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