Basterebbe poco per salvare oltre un milione di vite dalla malaria
Decimo articolo della serie di Bjørn Lomborg dedicata agli studi del Copenhagen Consensus su come la comunità internazionale può stabilire “Obiettivi di sviluppo sostenibile” davvero raggiungibili, a differenza dei velleitari 169 obiettivi fissati dall’Onu per il 2030. Le altre uscite della serie sono reperibili qui.
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Siamo abituati a pensare alla malaria come a un problema che riguarda solo i paesi con clima caldo e umido. Ma poco più di un secolo fa questa malattia era diffusa fino alla Siberia e al Circolo Artico, ed era endemica in 36 stati americani, compresi lo Stato di Washington, il Michigan e lo Stato di New York. Non abbiamo a disposizione dati così lontani nel tempo per l’Italia, ma si stima che all’epoca la malaria uccidesse in Europa e in America del Nord 80 mila persone ogni anno.
Molti paesi del mondo sviluppato eliminarono la malaria negli anni Cinquanta del Novecento grazie all’aumento della prosperità e al miglioramento delle condizioni abitative, e grazie alle scoperte nel campo dei farmaci e degli insetticidi. Man mano che le persone diventavano più benestanti, le paludi in cui si riproducevano le zanzare furono prosciugate, e con la crescita degli allevamenti di bestiame le zanzare potevano mordere gli animali anziché gli esseri umani. Un’alimentazione migliore rese le persone più sane e meno vulnerabili, mentre grazie all’incremento dei redditi ci si poteva permettere case migliori e protezioni contro gli insetti. Il chinino e la clorochina sintetica diedero ai paesi sviluppati una terapia a buon mercato, e gli insetticidi spazzarono via molte popolazioni di zanzare.
Al di fuori dell’Africa subsahariana il bilancio annuale dei morti precipitò dagli oltre tre milioni del 1930 a meno di 30 mila oggi. Tuttavia, il grosso del problema permane ostinatamente in Africa, dove la malaria uccide ogni anno più di mezzo milione di persone.
Sono due le ragioni chiave. Innanzitutto, il parassita della malaria che si trova in Africa è il più letale, e alcuni suoi ceppi hanno sviluppato una resistenza alla comune clorochina. In secondo luogo, le zanzare della malaria prevalenti in Africa mordono quasi esclusivamente gli umani. All’inizio degli anni Duemila si sono registrati progressi contro la malaria nel continente, ma tutto si è bloccato a causa del Covid, che ha fermato la medicina di base e ha causato circa 60 mila vittime ulteriori.
Da tempo il mondo ha promesso di sbarazzarsi per sempre della malaria. Il Global Malaria Eradication Program è stato avviato nel 1955 e poi abbandonato nel 1969 perché l’obiettivo venne ritenuto irraggiungibile. Poi nel 2015 i leader mondiali hanno rinnovato l’impegno. Nell’ambito delle promesse globali dell’Onu note come Obiettivi di sviluppo sostenibile [Sustainable Development Goals, ndt], tutte le nazioni si sono impegnate a risolvere quasi tutti i problemi del pianeta entro il 2030, malaria inclusa.
I progressi, però, sono lentissimi, il che vuol dire che l’obiettivo della malaria sarà raggiunto con un ritardo di circa 400 anni. E questo è solo uno dei tanti clamorosi fallimenti rispetto alle grandi promesse Onu. Il motivo è che i politici hanno promesso troppo. Le priorità globali comprendono un’impossibile lista di 169 promesse, il che equivale a non avere alcuna priorità.
Quest’anno il mondo raggiungerà la metà del tempo stabilito per la realizzazione dei suoi impegni in vista del 2030, ma non sarà neanche lontanamente a metà del percorso. È ora di identificare e dare priorità agli obiettivi più decisivi. Il mio think tank, il Copenhagen Consensus, sta facendo esattamente questo: insieme con diversi premi Nobel e oltre 100 economisti di primo piano, abbiamo lavorato per anni all’individuazione delle aree di intervento in cui ogni dollaro, rupia o scellino può produrre il massimo beneficio.
Il nostro nuovo studio sulla malaria, firmato da Rima Shretta e Randolph Ngwafor dell’Università di Oxford, propone, da qui alla fine delle promesse Onu per il 2030, di aumentare del 10 per cento l’utilizzo di zanzariere da letto nei 29 paesi africani maggiormente colpiti, oltre a strategie di gestione della resistenza agli insetticidi.
Assicurarsi che le persone dormano protette da zanzariere trattate con insetticidi è uno dei modi più efficaci per prevenire la malaria. Le zanzare vengono bloccate dalla rete e uccise dall’insetticida. Le zanzariere da letto costano meno di 4 dollari l’una, tuttavia determinano una drastica riduzione nella trasmissione della malaria, facendo sì che le zanzare muoiano prima che i parassiti riescano a maturare e a diffondersi.
È importante che le zanzariere da letto non siano soltanto distribuite, ma anche effettivamente utilizzate nel modo corretto, che richiede un cambiamento del comportamento sociale e la condivisione di comunicazione e informazioni. Tenendo conto anche di questo – e del maggior costo dovuto alla necessità di rispondere a ceppi di malaria più resistenti – il costo in questo decennio sarebbe di circa 1,1 miliardi di dollari all’anno. Per darvi il contesto, si tratta di un terzo di quanto spende ogni anno la popolazione degli Stati Uniti per i rossetti.
Questo investimento salverebbe 30 mila vite addirittura nel 2023. Entro la fine del decennio, il numero di morti di malaria verrebbe dimezzato, risparmiando in totale qualcosa come 1,3 milioni di vite.
Le zanzariere da letto significano anche molte meno infezioni da malaria. La ricerca dimostra che nel 2030 si ammalerebbero 242 milioni di persone in meno, riducendo drasticamente i costi sanitari. Per di più ridurre il numero di persone malate significa che gli adulti potrebbero andare al lavoro, che i bambini frequenterebbero la scuola e che i “caregiver” non finirebbero sotto pressione, il che – a livello di paese – farebbe aumentare la produttività.
Mettendo insieme tutti questi fattori, il risultato è che ogni dollaro speso in questa campagna produrrebbe benefici per la società del valore di 48 dollari, un ritorno sull’investimento che ha del fenomenale.
Abbiamo consentito che la malaria in Africa diventasse una malattia della povertà. E se è vero che non saremo in grado mantenere tutte le promesse globali dell’Onu, siamo tuttavia chiamati a portare a termine innanzitutto le cose più intelligenti. Distribuire e fare utilizzare zanzariere da letto trattate con insetticidi costerà poco ma salverà 1,3 milioni di vite.
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