L’Arabia Saudita è stata da poco eletta a capo della Commissione Onu dei diritti umani e ha tutta l’intenzione di sfruttare la sua posizione per scopi politici. Per questo sta facendo pressione per approvare un documento che condanni Iran e Russia per il loro intervento militare in Siria.
DIRITTI UMANI IN ARABIA SAUDITA. Riyad che difende i diritti umani è già una barzelletta di per sé: sotto il regno islamico, infatti, non è previsto il riconoscimento di diritti umani, le decapitazioni hanno raggiunto numeri tali che non bastano più i boia a libro paga dello Stato, un ragazzo è appena stato condannato alla crocifissione, le riviste che mettono in copertina papa Francesco vengono bandite dal paese, la libertà religiosa non esiste, quella di espressione è negata, i migranti vengono sfruttati in modo disumano, le donne oppresse e per quanto riguarda gli omosessuali meglio non parlarne.
LA MOZIONE POLITICA. Eppure Riyad si sente in grado di consegnare patenti di moralità a tutti e così, con il sostegno di Stati Uniti, Qatar e tanti paesi europei, vorrebbe «condannare con forza tutti gli attacchi contro l’opposizione moderata siriana e invocare la loro cessazione immediata, dal momento che simili attacchi favoriscono il cosiddetto Stato islamico e altri gruppi terroristici, come il Fronte al-Nusra (fazione siriana di Al-Qaeda, ndr)».
RIBELLI “MODERATI”. Gli uomini di Re Salman forse sono confusi e hanno dimenticato che l’opposizione “moderata”, sostenuta anche dagli Stati Uniti, non solo non ha bisogno di essere sbaragliata dai raid aerei, a quello ci pensa già Al-Qaeda, ma in molte parti del paese si è già unita e combatte gomito a gomito con quel Fronte al-Nusra di cui Riyad teme il rafforzamento. Inoltre, non ricordano neanche che molte fazioni di ribelli si sono dissociate pubblicamente dall’America difendendo Al-Qaeda, nel momento in cui i droni hanno bombardato Al-Nusra.
ESERCITO DI CONQUISTA. Gli stessi principi sauditi che criticano chi «favorisce gruppi terroristici» farebbero anche meglio a ricontrollare il flusso di denaro che esce dalle loro casse per finanziare diverse formazioni jihadiste. L’Arabia Saudita infatti, insieme a Turchia e Qatar, altro firmatario della mozione “umanitaria”, ha ammesso di stipendiare e armare Jaish al-Fatah, ovvero l’Esercito di conquista composto da un nutrito gruppo di terroristi islamici (tra cui anche milizie del Fronte al-Nusra), che nel nord della Siria si è già impossessato di Idlib. Il modo migliore di tutti per rafforzare lo Stato islamico, infine, è abbattere il regime di Bashar al-Assad, e proprio questo è l’obiettivo che Riyad persegue da quattro anni.
E LO YEMEN? E che cosa dire poi dell’intervento della monarchia wahabita in Yemen, che per distruggere i ribelli sciiti Houthi ha fatto oltre 2.000 vittime civili con bombardamenti a tappeto, consentendo ad Al-Qaeda di conquistare la quasi totalità di Aden (seconda città più importante del paese) e Mukalla (quarta più importante)? Non hanno niente da dire i paladini dei diritti umani dell’Onu a riguardo di questi raid che favoriscono il terrorismo a scapito delle sofferenze della popolazione civile?
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