Pessima animazione, davvero di serie C. La storia già fa venire i brividi: un branco assai variegato, si potrebbe dire interculturale, di animali (giraffe, rinoceronti, un gallo, un orso polare, un leone, due antipaticissime tartarughe e parecchi altri) si ribellano all’uomo e al suo potere distruttivo. L’occasione è data dalla costruzione di una diga in Africa che non permette l’approvvigionamento di acqua nella savana. I nostri eroi si coalizzano per lottare, nel nome della libertà e dell’ecologismo radicale, contro questa nuova Morte Nera.
Tono predicatorio, dialoghi deliranti: la morale è riassunta nel pistolotto che una tartaruga in fin di vita sentenzia al compagno. L’uomo è solamente una creatura infinitesimale del mondo, di cui non è padrone ed è al pari degli altri animali. Pazzesco, soprattutto perché inserito in un film che guarda ai bambini, accattivati attraverso i modi più ignobili – stacchetti musicali simili a Madagascar e un’enorme quantità di puzzette e puzzettone: un film ideologico, che pur partendo da un problema vero – l’irresponsabilità di tanti uomini che rovinano la Natura – finisce per diventare, già dalle prime immagini, un insopportabile film a tesi in cui si arriva a dimostrare, senza un briciolo di ironia e di gusto del paradosso, che gli uomini sono le uniche creature senza coscienza e senso della realtà della Terra.
E infatti, tra gli uomini rappresentati dal film, tranne le solite eccezioni, c’è chi provoca incendi, chi costruisce dighe, chi partecipa inerte e distratto alle conferenze mondiali sul clima, chi, ubriaco, manda a picco una petroliera. Senza sprezzo del pericolo i due registi tedeschi, giù autori dei due Impy, (Impy e il mistero dell’isola magica; Impy – Missione luna park) semplificando e mai entrando davvero in merito al problema, arrivano dopo i canonici 90 minuti a un degno finale: gli animali che prendono d’assalto il Palazzo di Vetro della Nazioni Unite. Ideologico, superficiale, privo della simpatia e del ritmo di tanti film del genere: ci si potrebbe consolare con l’animazione. Ma anche tecnicamente, nonostante il disegno semplice delle ambientazioni e dei personaggi, Animals United si rivela fallimentare: il movimento è pieno di scarti e mai realistico e non c’è una grande cura nei dettagli. La sequenza sul finale del crollo della diga fa rimpiangere non tanto gli inarrivabili capolavori Pixar e nemmeno l’animazione media di Madagascar, alla cui comicità slapstick guardano senza grossi risultati i due registi, ma addirittura Sammy, non proprio un film perfetto. In poche parole, un disastro targato WWF.