Nell’Angelus di oggi papa Francesco è tornato a parlare della misericordia di Dio, invitando i fedeli a concepirla non come un «sentimento», ma come ciò che davvero ci fa «tornare alla vita», come accade al figlio della vedova di Nain, che da Gesù viene risuscitato. Il Papa ha esordito ricordando che «la pietà popolare valorizza molto i simboli e il cuore di Gesù è il simbolo per eccellenza della misericordia di Dio, ma non è un simbolo immaginario, è un simbolo reale che rappresenta il centro, la fonte da cui è sgorgata la salvezza per l’umanità intera»
IL CUORE DI CRISTO. «Giugno – ha detto il Papa –è il mese dedicato al cuore di Gesù, massima espressione umana dell’amore divino. Proprio venerdì abbiamo celebrato la solennità del cuore di Cristo, che da un’impostazione a tutto il mese. Il cuore di Gesù non è un simbolo immaginario, ma un simbolo reale che rappresenta il centro, la fonte da cui è sgorgata la salvezza per l’umanità intera». Il Papa ha dunque citato alcuni passi del Vangelo in cui il cuore di Gesù viene citato, come quello in cui Giovanni descrive la morte di Cristo e nota un particolare apparentemente casuale. «Quando Gesù era già morto un soldato gli colpì il fianco con la lancia e ne uscì sangue e acqua. In quel segno Giovanni riconobbe il compimento delle profezie. Dal cuore di Gesù agnello immolato sulla croce scaturisce per tutti gli uomini il perdono e la vita».
LA VEDOVA DI NAIN. «Ma la misericordia di Gesù non è solo un sentimento, ma la forza che dà la vita e resuscita l’uomo. Ce lo dice il Vangelo di oggi nell’episodio della vedova di Nain. Gesù sta arrivando in un villaggio della Galilea proprio nel momento in cui si svolge il funerale di un figlio unico di una donna vedova. Lo sguardo di Gesù si fissa subito sulla donna in pianto. L’evangelista Luca nota che Gesù provò compassione. Questa compassione è la misericordia, cioè l’atteggiamento di Dio a contatto con la nostra miseria. Il termine biblico “compassione” richiama le viscere materne. La madre prova un dolore tutto suo di fronte al dolore dei figli ed è così che ci ama Dio, dicono le scritture».
L’AMORE E LA VITA. «E il frutto di questo amore – ha proseguito papa Francesco – è la vita. Gesù disse alla vedova: “Non piangere”. E poi risvegliò il morto come da un sogno. Ecco, questa è la misericordia di Dio che da vita all’uomo lo risuscita da morte. Il Signore ci guarda sempre con misericordia, non dimentichiamolo. Non abbiamo timore di avvicinarci a lui. Se gli mostriamo le nostre ferite interiori, i nostri peccati Egli sempre ci perdona. Andiamo da Gesù! Rivolgiamoci alla Vergine Maria, il suo cuore immacolato, cuore di madre, ha condiviso al massimo la compassione di Dio, specialmente nella passione e nella morte di Gesù. Ci aiuti Maria ad essere miti, umili e misericordiosi coi nostri fratelli».