«Aleppo è davvero la Sarajevo del XXI secolo. Noi cristiani siamo terrorizzati, ma sempre più attaccati alla fede»
«Non siamo sicuri né in casa, né in strada, né in chiesa, né in moschea». Così si vive ad Aleppo, un tempo capitale economica della Siria, invasa nel luglio 2012 dai ribelli e dai jihadisti di Al-Qaeda. Ora la seconda città più importante del paese è divisa in due (Aleppo ovest in mano al governo, Aleppo est sotto il controllo dei ribelli) e ogni giorno le bombe che cadono sui quartieri civili mietono vittime. Nel numero di Tempi in edicola è presente un ampio servizio sulla “Sarajevo del XXI secolo”, con testimonianze dalla città martoriata. Di seguito, riportiamo l’intervista integrale a Georges Abou Khazen, vicario apostolico di Aleppo, che vive nella parte ovest insieme a tutti gli altri cristiani: «I jihadisti stanno cercando di entrare e occupare tutta la città. Noi abbiamo paura».
Monsignor Abou Khazen, di che cosa avete paura?
La pioggia di mortai e altri esplosivi continua. Soprattutto dopo la presa di Palmira, la gente è terrorizzata, ha paura che la città cada. Sono tanti quelli che scappano. Ora che gli esami di maturità sono finiti, sempre più persone vogliono lasciare Aleppo.
Quante persone scappano?
Ogni giorno ci sono intere famiglie che se ne vanno, perché dal punto di vista della sicurezza e della sopravvivenza, la situazione è sempre più difficile. La disoccupazione e le difficili condizioni di vita fanno il resto.
Siamo molto scettici. Qui si parla di un accordo politico, di una soluzione, quando sul terreno ci sono centinaia di combattenti che ogni giorno entrano dalla frontiera con la Turchia. Questi combattenti sono armati e addestrati dall’Occidente, arrivano dall’Europa e da altri paesi musulmani. Come si concilia questo fatto con l’accordo da trovare? Io non lo so. Voi lo sapete chi li sta armando e allora le parole non valgono niente, bisogna smettere di addestrarli e armarli. Allora sì che si possono obbligare le parti a dialogare, altrimenti è facile parlare, tanto poi è la povera gente che ci rimette la pelle.
Come si favorisce la fine della guerra?
Come ho detto. Ogni giorno centinaia di combattenti entrano in Siria da nord e da sud per ammazzarci. Bisogna obbligare le parti in conflitto a non armarli più.
Aleppo è la “Sarajevo del XXI secolo”?
Sì, il cardinale Angelo Scola ha ragione a fare questo paragone. Davvero non ci si può immaginare le difficoltà in cui viviamo. La gente è in quotidiano pericolo di vita, eppure continua a vivere, a resistere, anche se tutto ciò che ha viene distrutto.
Che cosa fa la Chiesa locale in mezzo alla guerra?
Prima di tutto bisogna ringraziare la Chiesa universale, a cominciare dal Papa, per l’appoggio e l’interesse che dimostra verso i cristiani del Medio Oriente. Noi cerchiamo di aiutare la povera gente che ancora vive qui, ma anche quelli costretti a scappare con i soli vestiti addosso. Sono migliaia le famiglie che la Chiesa aiuta. Ma c’è anche un altro aspetto.
Quale?
La Chiesa offre appoggio morale e spirituale. La presenza qui dei sacerdoti è una grande grazia: nessun vescovo o parroco o religioso ha lasciato il suo posto. Questo per la gente è importante, è un segno di speranza e incoraggiamento. Quando mi chiedono che cosa dovremmo fare, io rispondo: non lo so, non ho una risposta, ma sono qui e resterò qui. Per costruire.
[pubblicita_articolo]Che cosa?
Noi continuiamo a fare programmi per i bambini: abbiamo oratori nelle parrocchie a cui partecipano centinaia di bambini. Così loro possono uscire un po’ dal solito ambiente e vedere qualche cosa di diverso. Questa presenza sta dando i suoi frutti, le persone cambiano.
Può farci un esempio?
Io vedo che la gente è sempre più attaccata alla fede e alla pratica religiosa. Questa è una cosa grande, che mi commuove. Non so come sia possibile, ma la Chiesa cerca di trasmettere alla gente la fede in Dio e loro la approfondiscono.
Quali sono le conseguenze di questo approfondimento?
Pensi che qui molte persone parlano di perdono. Non appena riconciliazione, ma perdono per tutti. Non è un caso che questi cristiani del Medio Oriente siano figli e nipoti di martiri. Basta pensare alla comunità armena, sopravvissuta a massacri, discendenti di persone che hanno lasciato tutto o hanno dato la vita per la fede. Speriamo che il Signore ci esaudisca e ci dia la pace.
Foto Ansa
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13 commenti
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mons. Abou Khazen, mons. Michel Sabbah, (e ce ne sono tanti altri da quelle parti prese di mira dal piano Yinon) dicono cose evidentemente troppo scorrette e non in linea con la vulgata dei teocons che su questo sito abbondano (se ci siano o ci facciano non mi interessa più di tanto : affari loro) e che sono costretti a sabotarlo mediante hackeraggio, censura, diffamazione, insulti, rivoltamenti di frittata e quant’altro.
Non servirà a niente !
La Verità viene fuori sempre nonostante tutto.
Quello che sostengono Mons. a tutte le latitudini non ha, condivisibile o meno, nulla a che spartire con l’antisemitismo/anti-giudaismo paranoico di pretta marca nazi-islamica religiosamente professato dai complottisti filo-islamici multinick che agiscono in squadra o come sabotatori singoli del sito che li ospita.
Le censure riguardano i multinick che fanno, una volta, i santerellini che invocano la Madonna e citano (a sproposito) alcuni passi di brani appositamente scelti dei Papi e Santi che gli fanno comodo: e nei post a seguire, sotto altri nickname, fanno della Chiesa una o la centrale di sovversione massonica e degli stessi Papi che hanno elogiato come cappelani dell’anti-semitismo dei mafiosi e protettori di mafiosi, nonché dei rinnegati perché hanno cancellato l’accusa di deicidio agli ebrei e chiesto scusa per l’Inquisizione.
Queste e altre amenità condite da insulti volgari, calunnie di ogni genere e altro che “quant’altro”! Il pataccaro in seconda istanza dovrebbe rivolgersi alla Redazione per vedere dissipati i dubbi che, da mistificatore provetto, insinua pur sapendo perfettamente come stanno le cose. Del resto, tanto è vero che la verità su questi falsari fili-nazi-islamici viene fuori nonostante tutto, che questi bugiardi sono gettati fuori dal blog nonostante falsifichino tutto quello che possono, a cominciare dai propri e altrui nickname.
Monsignor Abou Khazen (e noi) ha poco da sperare, perchè
gli obiettivi sulla Siria non sono ancora stati tutti raggiunti:
il paese è destabilizzato e indebolito;
le armi chimiche di Assad, che erano il contrappeso alle armi nucleari di Israele sono state neutralizzate;
ma Assad è ancora lì, una volta eliminato lui e la sua gerarchia
per 50 anni la Siria, ridotta come è, non si risolleverà più e non potrà dar fastidio a nessuno.
é stato detto al vertice di Parigi del 3 giugno scorso:
“… Quanto alla Siria, la coalizione ha auspicato «un vero processo politico inclusivo»,
che porti a un Governo senza l’attuale presidente Bashar Al Assad…”
Dal Giornale.it del 28 aprile,
“…scritto da un inviato del The jewish press:
“I ribelli siriani che sarebbero poi entrati a far parte dello Stato islamico
sono stati addestrati nel 2012 da istruttori americani che lavoravano in una
base segreta in Giordania”. Ciò contrasterebbe con quanto la politica estera
americana ha sempre ricercato, ovvero la “stabilità a ogni costo”…
detto da George Freedman di Stratfor
“L’obiettivo non è vincere il nemico, ma destabilizzarlo”.
“L’obiettivo non è vincere il nemico, ma destabilizzarlo”.
Freedman pensi alla auto-destabilizzazione a cui sta andando inesorabilmente incontro l’Impero del Caos (definizione azzeccata del giornalista Pepe Escobar) ed alla altrettanto inesorabile de-dollarizzazione iniziata da Russia e Cina.
Pensi alle sempre più tendenze secessioniste di alcuni stati USA (uno su tutti il Texas)
Riguardo alla tanto vantata superiorità militare degli USA già ora comincia a traballare di fronte ai formidabili sistemi di difesa russi.
Chi di destabilizzazione ferisce di destabilizzazione perirà.
Il pataccaro di rincalzo, l’ausiliario di truppa dell'”Islam, religione di pace” e quindi, come chiunque crede anche a questa bufala, il guerrafondaio anti-occidentale tutto guerra! guerra! guerra! come distintivo, presenta: una delle spettacolari sequenze di fantasie a cervello inesorabilmente coatto e mano libera di pestare sulla tastiera per cui i paranoici islamofili vanno matti.
Secessionismo del Texas… Formidabili sistemi di difesa… E non dicono ancora nulla dell’arma segreta, super-segreta: i milioni di baionette già presenti nell’Occidente in via di islamizzazione…
Che i ribelli siriani siano stati addestrati e finanziati allo scopo di abbattere Assad, non è un segreto;
– che questi ribelli si siano rivelati jihadisti, è un fatto;
– che siano finanziati dai Sauditi in funzione anti-iraniana, è un altro conto da regolare fra islamici, visto che i sauditi vogliono anche loro dotarsi di una bomba prima che scadano i dieci anni che gli iraniani si sono impegnati a fare passare (beato fesso chi gli crede…. mr. Obama) prima di costruirsi l’atomica – e i Russi sono lì apposta per aiutare anche loro a farsela, non solo i loro partner iraniani;
– che gli Assad abbiano giocato la loro partita come tutti gli altri, un po’ con questo, un po’ con quello, è un dato di fatto storico e che siano stati, padre, figlio e Baas, un fattore di stabilizzazione dell’area può crederlo solo chi, una volta, accusa l’Occidente di essere amico dei dittatori, un’altra, di tollerarli, un’altra ancora, di non toglierli di mezzo: e poi, quando, li toglie di mezzo, di averlo fatto.
@Leo
Il giochetto delle operazioni falsa bandiera i siriani lo hanno già capito da un pezzo. Un po’ come fanno probabilmente certi trolls che si danno dello scemo sotto falso nome per poi gridare alla lesa maestà nei loro confronti dimenticando che se come affermano molti si firmano in maniera diversa non si vede che garanzia diano per sostenere che loro non facciano lo stesso :-)) !!!
L’islamofilo pataccaro in seconda, ma primo ex aequo con il multinick cui fa da spalla quanto a fanatismo e paranoie, prende spunto dal multinick re dei re dei troll che falsifica se stesso e gli altri e spara l’ennesimo false flag sotto forma di post: e chiede prove! Le chieda alla Redazione, le prove e le garanzie: e vedrà che il suo maestro e ispiratore in trollaggine è rimosso dalla Redazione e allora, di fronte all’evidenza, negare la realtà di se stesso sotto un nickname o l’altro, da perfetto psicopatico, si inventa hacker che non esistono pur di non ammettere che gli è stato cancellato un altro dei suoi post deliranti.
Comunque, anche se non ce n’è bisogno, il falsario n°2 conferma che mentono su se stessi come su tutto il resto, Siria compresa (giardino delle delizie, specchiato modello di democrazia a conduzione familiare, così che tutti i fuorusciti aspettano solo che Assad riprenda il controllo della situazione per precipitarsi a rientrare in massa dall’Occidente in quella terra di sogno – letteralmente, sogno!): per quanto non dispiaccia pensare che il multinick paranoico re dei re dei troll abbia messo nel sacco anche un così fedele compagno di degenza.
“Questi combattenti sono armati e addestrati dall’Occidente, arrivano dall’Europa e da altri paesi musulmani. Come si concilia questo fatto con l’accordo da trovare? Io non lo so. Voi lo sapete chi li sta armando e allora le parole non valgono niente, bisogna smettere di addestrarli e armarli.”
I siriani sanno bene qual’è la verità : una testimonianza di secolare convivenza tra fratelli in Abramo e diversità etniche e confessionali è insopportabile da parte del triplice fondamentalismo e di ostacolo ai piani dell’impero del caos ormai giunto al suo tramonto.
In un thread, il multinick sfoggia tutto il suo filo-nazi-islamismo, con parolacce, insulti e sbeffeggiamenti alla Redazione di questo blog: in quest’occasione, invece, da quel mistificatore cialtrone che è a cominciare da se stesso, si presenta con la denominazione d’origine e si mette a recitare la parte del pacifista-buonista-perbene.
Col che dimostra, a volta di più, quanto valgono le professioni nazi-islamiche di pace e bene, le millantate e farlocche fratellanze abramitiche, la dhimmizzazione siro-califfale come futuro per Eurabia: e a suggello di tutta la solfa di vuoto a non rendere dimostrazione di nessuna delle parole accatastate per farne uno slogan, l'”impero del caos” agli sgoccioli, slogan caro all’Isis come agli islamofili e agli islaimici “moderati” quale questo cialtrone anti-semita e nostalgico di Hitler.
I conflitti e le rivalità inter-etnici, i contrasti politico-tribali all’interno di regimi tutt’alto che democratici, le lotte tra le fazioni islamiche di fronte al “risveglio” dell’Islam dalla fine del XX secolo sono dati strutturali su cui si innestano tensioni più generali e interessi di ogni genere. Accusare l’Occidente significa dimenticare volutamente tutto questo.
“Questi combattenti sono armati e addestrati dall’Occidente, arrivano dall’Europa e da altri paesi musulmani”, dice anche il Monsignore: come se partire dal Belgio o dalla Francia i via di islamizzazione fosse la prova che tanti devoti musulmani vao a cobattre perché glielo ha chiesto l’Occidente. Sono combattenti musulmani (questo non lo dice, il Monsignore), innanzi tutto, quale che sia il luogo di provenienza: e per es., a proposito dell’addestramento di ragazzi e ragazze musulmane che vengono dall’Europa si vorrebbe capire quando, dove e in che modo l’Occidente li avrebbe addestrati. Dopo le parole del Ministro degli Interni francese, per cui il problema è dove avverrà il prossimo attentato, non se ci sarà, così da ridimensionare a problema di ordine pubblico un problema di carattere politico e di cambiamenti demografici, il jihadista fai-da-te di Lione, vorrebbero farci credere inquirenti preoccupati di problemi che non possono affrontare e media polticamente corretti, ha agito per vendetta personale… Un Occidente ridotto così, a rassicurarsi che non esista un pericolo islamico – venti milioni di islamici in Europa in soli trentanni: pensi, il Monsignore, se gli islamici lo avrebbero mai permesso a casa loro, dove l’apostasia dall’Islam è punita a termini di legge dello Stato – può essere accusato di tutte le nefandezze, ma non è certo in grado di aiutare nessuno, visto che sa solo arrendersi all’invasione migratoria e anzi, incentivarla. Quindi, ci penseranno Assad e i Brics, a difendere la pace e le dittature del Medio Oriente: il resto, verrà da sé.