Per mio marito Antonino Brambilla di Carate Brianza rivendico (lui non può farlo direttamente) la tessera numero 5 di Comunione e Libertà. Arrestato il 16 gennaio di quest’anno e detenuto per alcuni giorni presso il carcere di Monza per (molto) presunti reati contro la pubblica amministrazione, si trova da quasi 8 mesi agli arresti domiciliari, nonostante la procura della Repubblica di Monza abbia espresso – da maggio! – parere favorevole alla sua remissione in libertà. Una forma di pena preventiva, tanto più che il relativo processo è già cominciato da tre mesi e se ne prevede l’ultimazione entro l’anno. Nel frattempo la gogna mediatica ha avuto libero sfogo con articoli della stampa locale somiglianti a resoconti di procura, con titolazioni corrive con la pubblica accusa, con l’esaltazione della funzione salvifica degli inquirenti e con la fanatizzazione degli smaniosi lettori. A ciò si aggiunge il deserto di tanti amici che, forse suggestionati – dico così per carità cristiana –, preferiscono “stare alla larga”.
Franca Brambilla, Carate B. (Mb)
Risponde Luigi Amicone: Gentile signora, siamo sempre affezionati al ricordo di Oscar Wilde messo ai ceppi ed esposto al ludibrio della gente per bene: «Certo, quando mi videro, non ero sul mio piedistallo; ero alla gogna. Ma solo una natura priva di immaginazione può curarsi della gente sul piedistallo. Un piedistallo può essere qualcosa di molto irreale. Una gogna è una terribile realtà. Inoltre, essi avrebbero dovuto saper meglio interpretare il dolore. Dissi una volta che dietro il Dolore c’è sempre il Dolore. Sarebbe stato più saggio dire che dietro il dolore c’è sempre un’anima. E deridere un’anima è cosa spaventevole; la vita di chi lo fa è senza bellezza. Nell’economia stranamente semplice del mondo, non si riceve che ciò che si dà».