Alfredo Mantovano, senatore di An, magistrato ed ex sottosegretario agli Interni, condivide l’allarme sull’articolo 6 dei Dico, che permette il «rilascio del permesso di soggiorno per convivenza». «Già c’è – spiega a Tempi – una prassi diffusa di abusi finalizzati a ottenere la cittadinanza attraverso matrimoni di comodo. Questa norma non fa che semplificarla». Spiega il senatore che «se l’extracomunitario è clandestino la dichiarazione di convivenza si traduce, di fatto, in una sanatoria; se è in Italia con un visto turistico trasforma questa modalità di soggiorno temporanea in una definitiva». Andrà a finire «che la stessa persona potrà far venire in Italia e regolarizzare un extracomunitario al mese».
Per Mantovano la fretta di Romano Prodi nel rendere pubblico il ddl sui Dico si spiega col fatto che «la sinistra radicale aveva bisogno di un osso da addentare: si è concesso sui Dico per incassare sull’Afghanistan. Se fosse partito per l’India lasciando inevasa la questione Pacs sarebbe scoppiato un putiferio anche peggiore di quello odierno». Che se ne arrivi a una è «altamente improbabile: al Senato non ci sono i numeri. Prevedo un’animata discussione in Commissione giustizia, poi la vicenda verrà accantonata e dimenticata». Tutta questa operazione propagandistica è alla fine «solo l’ennesima testimonianza che la sinistra dopo la caduta del Muro non sa più che identità inventarsi. La sua unica ragione sociale sembra essere l’eliminazione di ogni differenza. L’interpretazione dell’egalité non è più fatta sul piano economico e sociale come l’aveva intesa il marxismo-leninismo, ma è diventata l’eliminazione di ogni differenza, in particolare quella tra uomo e donna. Questo è un dogma della sinistra più ideologizzata che il cattolico Prodi ha fatto suo».
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