Continua a peggiorare la situazione nello Yemen. Sono già morte circa 300 persone dal 26 marzo, giorno in cui è cominciata una campagna aerea della coalizione di dieci paesi sunniti guidati dall’Arabia Saudita contro i ribelli sciiti Houthi, che stanno cercando di conquistare il potere nel paese. Le vittime però salgono a 650 se si contano dal 19 marzo, quando sono peggiorati gli scontri tra i ribelli sciiti e le fazioni sunnite legate al presidente Abdel Rabbo Mansour Hadi.
SI MUOVE L’IRAN. Per risolvere il conflitto, Riyad sta pensando di inviare truppe di terra per neutralizzare la minaccia sciita, mentre l’Iran, che sostiene i ribelli, ha spostato nel Golfo di Aden il cacciatorpediniere Alborz e la nave d’appoggio Bushehr. L’obiettivo ufficiale è quello di «proteggere i commerci iraniani dalla pirateria» nelle acque dello Yemen, ma la coalizione sunnita, in particolare l’Arabia Saudita, lo vede come un evidente gesto di sfida.
20 CHILI D’ORO. La guerra in corso, che assomiglia sempre di più a uno scontro a distanza tra Teheran e Riyad per l’egemonia regionale, ha conosciuto ieri un nuovo sviluppo. I terroristi di Al Qaeda, molto forti nel paese, hanno offerto 20 chili d’oro a «chiunque ucciderà o catturerà» il leader degli Houthi, Abdul Malik, e Ali Abdullah Saleh, l’ex dittatore che si pensa stia aiutando i ribelli per tornare al potere.
AL QAEDA. Di fatto, la taglia fissata dai jihadisti mostra che Al Qaeda, in questo momento, ha gli stessi obiettivi dell’Arabia Saudita e dei suoi alleati sunniti. L’annuncio dei terroristi non fa certo buona pubblicità alla missione panaraba sunnita né al sostegno che gli Stati Uniti hanno dato all’operazione militare “Decisive Storm”.
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