Ha fatto scalpore in Inghilterra la proposta dei Verdi di espellere dal partito Christina Summers, consigliere comunale di Brighton, colpevole di essersi opposta al matrimonio gay. A luglio Summers, di fede cristiana, era stata denunciata da alcuni colleghi per aver votato contro una mozione che appoggiava la legalizzazione dei matrimoni omosessuali.
L’ORTODOSSIA DEL PARTITO. Benché il suo voto sia stato ininfluente e il suo partito fosse già a conoscenza delle sue posizioni in materia, un comitato incaricato di occuparsi del suo “caso”, ha giudicato i «recenti comportamenti» di Summers come contrari all’ortodossia del partito e ha proposto di espellerla. Nel discorso con cui lei ha motivato il suo voto contrario in Consiglio, aveva detto: «Quando si tocca il matrimonio, si toccano la famiglia e si colpisce al cuore stesso di Dio». Il suo, aveva spiegato, era un problema di coscienza.
DISCRIMINAZIONE. Ma al comitato questa giustificazione non è bastata: «I verdi hanno sempre difeso la libertà di opinione», infatti l’espulsione «non è stata motivata dal suo discorso o dal voto in camera di consiglio o dalle sue opinioni religiose, ma dalla violazione dei suoi impegni come candidato per il consiglio di Brighton». Christina Summers avrebbe sottoscritto un documento a favore dell’«uguaglianza di tutte le persone, senza distinzione di razza, colore, sesso, orientamento sessuale, religione , origine sociale o di qualsiasi altro pregiudizio» e l’avrebbe violato votando a sfavore della mozione. Una motivazione non convincente, secondo Summers, che spiega: «Essere in disaccordo con il matrimonio gay non significa essere contrari all’uguaglianza di tutte le persone». Infine, ha ipotizzato che dietro questa motivazione si nasconda un intento discriminatorio nei suoi confronti.