Siria. Cosa resta della città martire cristiana di Al-Qaryatain

Case distrutte, carri armati abbandonati, messaggi jihadisti sui muri e macerie dovunque. È quello che rimane di Al-Qaryatain, città siriana strappata all’Isis il 3 aprile dall’esercito siriano di Bashar al-Assad. I giornalisti hanno avuto accesso alla città e hanno realizzato questo filmato.

IL MONASTERO. Ecco quel che rimane del monastero di Mar Elian, costruito oltre 1.500 anni fa e parzialmente demolito dall’Isis. Rimane la facciata della chiesa del monastero, mentre l’interno è stato dato alle fiamme con tutto quello che di sacro conteneva. Anche le croci sono state tutte distrutte. Sui muri della chiesa, si leggono parole arabe scritte con vernice blu: «Vi affronteremo in battaglia come leoni affamati che scoprono che la carne del nemico è la più deliziosa». Firmato: «I Leoni del Califfato». Altre scritte si riferiscono al Califfato: «Perdura e si espande». Tutte le altre chiese assire della città sono state demolito o gravemente danneggiate. Tra le rovine del monastero sono stati ritrovati anche le spoglie mortali, usate come reliquie per anni in Siria, di san Giuliano, morto martire per non essersi voluto convertire all’islam, a cui è dedicato il monastero.

CRISTIANI RAPITI. La maggior parte dei 230 cristiani rapiti dall’Isis non è stata liberata, come si pensava in precedenza: «Secondo le nostre informazioni – ha spiegato in un reportage una giornalista di Rt, tv russa –, i cristiani di Al-Qaryatain sono stati portati dallo Stato islamico in una prigione vicino alla diga di Al-Baath, a 22 km da Raqqa. Li hanno nascosti lì per evitare che venissero colpiti dai raid russi e siriani».

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