«No ai muri», sì all’aborto

Questo breve video, pubblicato orgogliosamente martedì 29 marzo dal governatore democratico della Virginia sul suo profilo Twitter ufficiale, mostra il momento in cui lo stesso Terry McAuliffe appone soddisfatto la propria firma sotto il veto che annulla una misura approvata dal Congresso dello Stato per tagliare i finanziamenti pubblici al colosso dell’aborto Planned Parenthood.

LA LEGGE BLOCCATA. Il provvedimento, passato il 16 febbraio alla Camera (con 64 voti contro 35) e il 7 marzo al Senato (21 a 19), in pratica avrebbe dirottato le risorse dei contribuenti dello Stato tradizionalmente destinate alle cliniche Planned Parenthood verso altre strutture sanitarie che non includono l’interruzione di gravidanza tra le loro prestazioni. Un legge proposta e sostenuta dalla maggioranza (repubblicana) del parlamento della Virginia nell’ambito della grande campagna per il “defunding” dell’industria dell’aborto cominciata in tutti gli Stati Uniti dopo il clamore suscitato dall’indagine del Center for Medical Progress, che in una serie di filmati girati in incognito dentro i centri Planned Parenthood ha accusato la società di commerciare illegalmente organi e tessuti dei feti abortiti.

«BASTA QUESTIONI DIVISIVE». McAuliffe è sempre stato contrario al taglio delle sovvenzioni destinate a Planned Parenthood e ha sempre garantito che avrebbe posto il suo veto per fermare qualunque misura in questo senso. «Non è un segreto che questa legge ha l’obiettivo di distruggere Planned Parenthood», ha detto martedì il governatore al momento della firma, ribadendo la sua intenzione di fare piazza pulita di tutte le «questioni socialmente divisive che alzano muri».

QUELLE SPONSORIZZAZIONI. Per sottolineare le proprie posizioni a favore dell’aborto senza tentennamenti, McAuliffe ha scelto di esercitare il suo potere di veto simbolicamente proprio all’interno della sede di Planned Parenthood a Richmond, capitale della Virginia, dove è stato girato il video riproposto in questa pagina. «Siamo qui oggi per respingere l’ultimo attacco al diritto alla salute delle donne», ha annunciato. «Sono molto fiero della mia storia al servizio dei diritti riproduttivi». Un impegno sicuramente convinto e tuttavia non esattamente disinteressato, visto che Planned Parentood nel 2013 ha finanziato la campagna elettorale del futuro governatore con 1,7 milioni di dollari (più i 56 mila generosamente offerti dalla lobby dell’aborto Naral).

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